Negli scritti bahá’í l’immagine dell’aurora ricorre spesso: l’arrivo di un messaggero di Dio è paragonato al sorgere del sole. In questo testo esploro come l’unità dell’umanità sia il fulcro della visione che ha inaugurato un nuovo giorno spirituale nella storia moderna.
Un tempo di attesa: il contesto della metà del XIX secolo
Metà Ottocento: un clima globale di attesa. Movimenti religiosi in Occidente e discussioni profetiche nel Medio Oriente convergevano verso la stessa sensazione che qualcosa di nuovo fosse imminente. È in questo scenario che compare la figura del Báb, la Porta, colui che annuncia l’alba.
Il Báb: la Porta che apre l’alba
Nel 1844 un giovane mercante di Shiraz dichiara una rivelazione nuova. Il suo titolo, il Báb, significa “la Porta” e racchiude la duplice funzione della sua missione: rivelare e prepararci a un Manifestante ancora più vasto. In soli sei anni il suo messaggio si diffuse rapidamente in Persia, attirando migliaia di seguaci.
La reazione fu feroce. Il clero e il potere tentarono di soffocare l’innovazione: il Báb fu martirizzato nel 1850. Nonostante la brevità della sua opera, la sua chiamata alla ricerca indipendente della verità, all’istruzione per tutti e al progresso delle donne gettò le basi per l’unità dell’umanità che sarebbe stata sviluppata pienamente dal Manifestante successivo.
Bahá’u’lláh: l’educatore divino della nostra epoca
Mirza Husayn Ali, noto come Bahá’u’lláh, proveniva da una famiglia influente ma rifiutò carriera e potere per dedicarsi ai poveri e alla giustizia. Durante la persecuzione del 1852 fu imprigionato nel Siachal, il Pozzo Nero di Tehran. Lì, nella sofferenza estrema, ebbe l’esperienza spirituale che segnò l’inizio della sua missione profetica.
Esiliato per il resto della vita attraverso l’impero ottomano, Bahá’u’lláh continuò a rivelare testi che delineano una civiltà mondiale fondata su principi spirituali. Bahá’u’lláh pone l’unità dell’umanità come principio centrale della sua visione: un mondo in cui le divisioni nazionali e i pregiudizi lasciano il posto a una vera fratellanza globale.
Elementi chiave del messaggio
- L’unità dell’umanità come base imprescindibile per ogni progresso sociale e spirituale.
- Armonia tra scienza e religione: due ali che permettono all’umanità di elevarsi verso la verità.
- Piena parità tra uomini e donne, vista come condizione necessaria per la pace duratura.
- Eliminazione degli estremi di ricchezza e povertà come dovere etico e pratico.
- Una nuova identità di cittadinanza mondiale, oltre il nazionalismo e la divisione.
Alcuni scritti essenziali
La rivelazione di Bahá’u’lláh occupa oltre cento volumi. Tra i testi fondamentali ricordiamo il Kitáb-i-Aqdas, il Libro delle Leggi; Le Parole Celate, concentrato di saggezza etica; il Kitabi Iqan, che spiega la rivelazione progressiva; e Le Sette Valli, guida del viaggio mistico dell’anima.

Una visione spirituale e sociale per l’umanità: luce, armonia e progresso attraverso i principi bahá’í
Una Visione per l’Umanità
Nel mondo contemporaneo le sfide sono globali: crisi ambientali, disuguaglianze, tensioni culturali. La proposta bahá’í di l’unità dell’umanità non è un ideale astratto ma una bussola pratica: educazione universale, giustizia economica, cooperazione scientifica e dialogo interreligioso sono strumenti concreti per costruire una civiltà mondiale.
Se accettiamo l’idea che proveniamo da una stessa sorgente spirituale, come suggerisce la tradizione bahá’í, allora il lavoro quotidiano per eliminare pregiudizi e promuovere il bene comune diventa naturale. L’alba che il Báb ha annunciato e che Bahá’u’lláh ha sviluppato ci invita a essere costruttori di unità, ciascuno nel proprio ruolo.
Per approfondire questi temi, cominciare la lettura dei testi fondamentali e riflettere su come applicare questi principi nella vita concreta è il primo passo verso la realizzazione di l’unità dell’umanità.
Dall’alba spirituale all’unità globale: verso un progresso illuminato
Abbiamo esplorato la straordinaria trasformazione spirituale iniziata con il Báb e Bahá’u’lláh — un’alba nuova per l’umanità che annuncia l’unità come fondamento di una civiltà rinnovata. Ma se questa nuova luce ci offre una visione globale, dobbiamo anche chiederci: come si traduce, oggi, nel nostro mondo in rapida evoluzione?
In un tempo segnato da crisi ambientali, tensioni culturali e accelerazione tecnologica, che ruolo può avere la religione nel guidare il progresso umano? È su questo interrogativo urgente che ti invitiamo a riflettere nel post successivo: La religione e il progresso: un percorso verso l’unità
Qui ci interroghiamo su come la dimensione spirituale possa non solo coesistere con l’innovazione, ma guidarla verso scopi più elevati, nel rispetto della dignità umana e dell’unità del genere umano.
Perché parlare di religione e progresso oggi
Viviamo in un’epoca di cambiamenti rapidi e profondi. In questo contesto, molti si chiedono quale sia il posto della fede in una società che corre verso il globalismo e l’innovazione tecnologica. Parlare di religione e progresso non significa contrapporre due mondi — spirituale e materiale — ma al contrario, cercare ponti di collaborazione per costruire insieme il bene comune.
Secondo la prospettiva bahá’í, la religione ha storicamente ispirato grandi civiltà e, se rinnovata dallo spirito del tempo, può oggi contribuire in modo concreto allo sviluppo sociale, culturale ed etico. La vera fede non frena il progresso: lo orienta, lo umanizza, lo eleva.

