Quasi tutte le confessioni religiose e circa 200 cittadini hanno risposto all’appello dell’arcivescovo Andrea Bellandi per il cessate il fuoco e l’invito alla preghiera interreligiosa per la pace in Ucraina. “Utilizziamo l’arma della preghiera,” ha dichiarato Monsignore in una fredda serata di marzo, chiamando l’intera cittadinanza a veglia in Piazza Libertà. Il quotidiano Il Mattino di Napoli ha riportato questa importante iniziativa l’8 marzo 2022 scorso in un servizio su sei colonne. Bellandi ha sottolineato l’importanza di questo momento, definendolo “difficile e drammatico,” e ha richiamato l’attenzione sul fatto che quando i diritti umani vengono calpestati, si raggiungono vertici di disumanità e violenza che portano solo alla distruzione. Ha esortato tutti a utilizzare l’arma speciale della preghiera per appellarsi a coloro che hanno responsabilità, affinché si rendano conto dei danni delle loro azioni. Ha affermato che i credenti credono nella forza dell’intercessione presso l’Altissimo, e che questa è l’unica arma che possa sperare sia più potente di quelle fatte dagli uomini. Questo evento ha riunito voci diverse, ma tutte unite dal desiderio comune di pace e fraternità.
Un Momento di Unità e Fraternità
Il giornalista Giuseppe Pecorelli ha scritto, “Il gelo da colpo di coda dell’inverno rende ancora più prezioso un momento di unità, condivisione e fraternità.” In momenti come questi, i simboli giocano un ruolo significativo, tra cui una lampada accesa e avvolta dalla bandiera della pace e le candele, che diventano emblema di speranza. Ognuno accende una candela vicino a chi ha accanto, creando così un sentimento di unità e speranza.
Le Diverse Confessioni Religiose si Uniscono
In questo momento di preghiera e unità, diverse confessioni religiose hanno partecipato. Accanto ad Arcivescovo Bellandi, hanno sollevato invocazioni rappresentanti dell’islam, del buddismo, dell’ortodossia, dei valdesi, degli evangelici, dei sikh e dei bahá’í. Questa rappresentazione multireligiosa ha dimostrato che la preghiera e il desiderio di pace possono unire le persone di diverse fedi in un’unica causa.
Hanno alzato invocazioni:
- Hedi Mohamed Khadhraoui, Imam di Battipaglia.
- Giuseppe Palatucci e Lucia Sabatino dell’Istituto Buddista Taliano.
- Rodolfo Palma, rappresentante della Comunità cattolica filippina.
- Ieromonaco Raffaele Romano.
- Padre Antonio Squitieri, sovrintendente per la Campania delle Chiese Valdese e Metodiste.
- Pastore Franco Mayer della Chiesa Metodista di Salerno.
- Archimandrita Gabrieli Michael Gurtskaia della Diocesi dell’Europa occidentale del Patriarcato della Giorgia.
- Silvio Cossa per la Comunità bahá’í.
- Anna Malus, rappresentante della Comunità cattolica polacca.
- Pasquale Gigante, pastore emerito della Chiesa Cristiana evangelica di Oliveto Citra.
- Padre Bodgan Filip della parrocchia ortodossa romena San Matteo di Salerno e provincia.
- Singh Amandeep, segretario del Gurdwara, il tempio Sikh di Battipaglia.
- Padre Ivan Boryn, cappellano della comunità greco-cattolica ucraina di Salerno.
Tutti insieme hanno recitato una parte del discorso che Papa Giovanni XXIII rivolse ai governanti della terra e a tutti gli uomini di buona volontà per scongiurare la guerra atomica nel 1962.
Conclusione
In conclusione, l’evento “Fedi Unite per la Pace” è stato un momento significativo di preghiera e unità interreligiosa per la pace in Ucraina. Questo incontro ha dimostrato che le persone di diverse confessioni religiose possono unirsi in un comune desiderio di pace e fraternità, utilizzando l’arma potente della preghiera. In un mondo spesso segnato da divisioni e conflitti, è incoraggiante vedere la solidarietà e la compassione prevalere. Possiamo solo sperare che questo spirito di unità e amore per il prossimo possa continuare a ispirare azioni positive e a promuovere la pace in tutto il mondo.