In questo articolo presentiamo una sintesi dell’intervista contenuta nell’episodio 1 del podcast della Comunità Bahá’í Italiana, intitolato “Costruire fiducia: il ruolo dei media nella società di oggi“. L’episodio vede protagonista Claudio Paravati, direttore della rivista Confronti e Cristin Cappelletti.
Confronti è un periodico fondato nel 1989 come erede della testata ecumenica Com-Nuovi Tempi, con l’obiettivo di raccontare religioni, politica e società attraverso un approccio pluralista e interculturale. Alla rivista collaborano cristiani di diverse confessioni, ebrei, musulmani, buddhisti, induisti e laici, offrendo analisi, dati, vignette e rassegne stampa dal mondo.
La rivista mantiene un forte impegno nella promozione della memoria, dell’accoglienza, della solidarietà e nella costruzione di una società democratica. L’ecumenismo, inteso anche come riflessione critica, rappresenta un tratto distintivo di Confronti. La testata è attiva anche a livello internazionale con ConfrontiWorld e realizza progetti di educazione alla pace, seminari e contenuti audio in formato podcast.
Nell’episodio, Cristin Cappelletti e Claudio Paravati riflettono su come i media possano diventare strumenti di speranza e cambiamento sociale, affrontando allo stesso tempo le sfide poste dal giornalismo contemporaneo.
Qual è il ruolo del giornalista oggi?
Il ruolo del giornalista si è evoluto significativamente negli ultimi anni. Oggi il giornalista è visto come un attore chiave in un panorama comunicativo in continua trasformazione. Con l’emergere delle tecnologie digitali, il giornalismo non è più solo una questione di reportage, ma di creazione di narrazioni che possano informare, educare e, soprattutto, unire le comunità. È fondamentale che i giornalisti mantengano un alto standard professionale, rispettando le fonti e cercando di offrire un’immagine il più possibile completa e sfumata della realtà.
In un contesto di crescente sfiducia nei media, il giornalista deve lavorare per recuperare questa fiducia, dimostrando integrità e impegno nella ricerca della verità. Questo implica non solo la presentazione dei fatti, ma anche la capacità di contestualizzarli e di interpretare le diverse voci presenti in una storia.
Come può il giornalismo promuovere il cambiamento sociale?
Il giornalismo ha un potere intrinseco di influenzare il cambiamento sociale. Attraverso la scelta delle notizie e la narrazione delle storie, i giornalisti possono mettere in luce ingiustizie e disuguaglianze, dando voce a chi normalmente non ce l’ha. Questo non solo informa il pubblico, ma può anche mobilitarlo, ispirandolo a intraprendere azioni concrete per il cambiamento.
Inoltre, il giornalismo può fungere da catalizzatore per il dialogo e la comprensione tra diverse comunità. Raccontando storie che evidenziano le esperienze condivise e le sfide comuni, è possibile costruire ponti e ridurre le divisioni. È essenziale che i giornalisti non si limitino a riportare i fatti, ma che li contestualizzino in modo da stimolare una riflessione critica e una discussione costruttiva.

Confronto visivo tra i pro e i contro del giornalismo nel promuovere il cambiamento sociale, evidenziando benefici e rischi.
Quali sono le difficoltà che i giornalisti affrontano oggi?
I giornalisti di oggi si trovano ad affrontare una serie di sfide senza precedenti. In primo luogo, c’è la questione della disinformazione e delle fake news, che rendono difficile per il pubblico discernere tra fatti e opinioni. Questo ha portato a un clima di sfiducia nei confronti dei media, complicando ulteriormente il lavoro dei giornalisti.
In secondo luogo, i giornalisti devono affrontare pressioni economiche e politiche che possono compromettere la loro capacità di operare liberamente. La concentrazione della proprietà dei media e le pressioni da parte di sponsor e governi possono influenzare le scelte editoriali, portando a una riduzione della pluralità di voci e opinioni. Ciò rende ancora più cruciale il ruolo del giornalista come custode della verità e della giustizia sociale.
Come scegliere le notizie giuste da raccontare?
La selezione delle notizie è una delle responsabilità più critiche di un giornalista. Non si tratta solo di decidere quali eventi riportare, ma di comprendere quali storie hanno il potenziale per avere un impatto significativo sul pubblico. È importante considerare non solo la rilevanza e l’attualità, ma anche il contesto e le conseguenze delle notizie scelte.
Un buon giornalista deve essere in grado di identificare le storie che non solo informano, ma che possono anche educare e ispirare il cambiamento. Questo implica un’analisi approfondita delle fonti e una comprensione delle dinamiche sociali, politiche ed economiche in gioco. La scelta delle notizie deve riflettere un impegno verso la verità e la giustizia, dando voce a chi spesso rimane inascoltato.
È possibile essere completamente obiettivi nel giornalismo?
La questione dell’oggettività nel giornalismo è complessa e dibattuta. Sebbene i giornalisti si sforzino di presentare i fatti in modo imparziale, è inevitabile che ogni reporter porti con sé una serie di pregiudizi e interpretazioni personali. Tuttavia, questo non significa che l’oggettività sia impossibile; piuttosto, significa che deve essere perseguita con rigore e consapevolezza.
Un buon giornalista riconosce i propri bias e lavora attivamente per mitigarli, cercando di presentare una gamma completa di prospettive. È fondamentale rispettare le fonti e ascoltare le voci diverse, in modo da fornire una narrazione equilibrata e informata. In questo senso, l’oggettività diventa un obiettivo da perseguire, piuttosto che un traguardo da raggiungere.
Qual è l’importanza di una base valoriale in redazione?
Una base valoriale condivisa è fondamentale in redazione. Essa rappresenta il fondamento etico e professionale su cui si costruisce ogni articolo. Quando parliamo di valori, non ci riferiamo solo a principi astratti, ma a un insieme di norme e linee guida che orientano le scelte editoriali. È cruciale che ogni membro della redazione riconosca e abbracci questi valori, perché la coesione interna permette di affrontare le sfide del giornalismo contemporaneo con maggiore solidarietà e determinazione.
La professionalità del giornalista si manifesta nel rispetto delle fonti, nella cura delle narrazioni e nella ricerca della verità. Questi elementi sono tutti legati a una base valoriale che promuove l’integrità, la responsabilità e la sensibilità verso le storie che raccontiamo. Senza questa base, il rischio è di cadere nella superficialità, di non saper affrontare le complessità della realtà sociale e di non rispettare le voci più vulnerabili che meritano di essere ascoltate.

Illustrazione che rappresenta la varietà di attività culturali della rivista Confronti, in linea con il tema del podcast “Costruire fiducia: il ruolo dei media nella società di oggi”
Come si può rispettare le storie degli altri nel giornalismo?
Il rispetto per le storie altrui è un principio cardine del giornalismo etico. Questo rispetto si traduce nell’ascolto attento e nell’approccio empatico verso le persone di cui raccontiamo le vite. Ogni storia è unica e porta con sé un bagaglio di esperienze, emozioni e significati. È essenziale che il giornalista non solo riporti i fatti, ma che si prenda il tempo per comprendere il contesto e la profondità di ogni testimonianza.
Per rispettare queste storie, è necessario anche evitare di ridurle a semplici aneddoti o a meri dati statistici. Ogni intervista dovrebbe essere vista come un’opportunità di dialogo, in cui il giornalista funge da mediatore tra le esperienze vissute e il pubblico. Questo approccio non solo arricchisce il racconto, ma contribuisce a dare dignità e valore a chi vive situazioni di difficoltà o marginalità.
In che modo le opinioni personali influenzano il lavoro di un giornalista?
Le opinioni personali di un giornalista inevitabilmente influenzano il suo lavoro. Ogni reporter porta con sé una serie di pregiudizi, esperienze e prospettive che possono arricchire o distorcere la narrazione. È fondamentale che i giornalisti siano consapevoli di questi bias e lavorino attivamente per mitigare la loro influenza. Questo richiede un esercizio costante di riflessione critica e autoanalisi.
Un buon giornalista deve saper separare le proprie opinioni personali dalla narrazione dei fatti. Ciò non significa essere completamente neutri, ma piuttosto riconoscere e gestire le proprie inclinazioni in modo da non compromettere l’integrità del racconto. La chiave è mantenere un equilibrio tra il rispetto delle fonti e la propria voce, contribuendo così a una narrazione più sfumata e completa.

Copertina e sommario della rivista Confronti di febbraio 2025, dedicata alla libertà religiosa e alla tutela dei diritti umani
Qual è il valore dell’ascolto nel giornalismo?
L’ascolto è uno degli strumenti più potenti a disposizione di un giornalista. È attraverso l’ascolto che si possono cogliere le sfumature delle storie e delle esperienze altrui, permettendo di costruire narrazioni più ricche e significative. Un giornalista che ascolta attivamente è in grado di creare un legame di fiducia con le fonti, facilitando una comunicazione più aperta e autentica.
Inoltre, l’ascolto aiuta a scoprire prospettive diverse e a dare voce a chi spesso rimane inascoltato. Questo non solo arricchisce il lavoro del giornalista, ma contribuisce anche a una maggiore coesione sociale, poiché le storie raccontate possono promuovere comprensione e solidarietà tra le diverse comunità. L’ascolto è, quindi, non solo una competenza professionale, ma anche un atto di rispetto e umanità.
Come i social media hanno cambiato il panorama del giornalismo?
I social media hanno rivoluzionato il modo in cui le notizie vengono diffuse e consumate. Da un lato, hanno democratizzato l’accesso all’informazione, consentendo a chiunque di condividere la propria voce. Dall’altro, hanno anche creato un panorama complesso e spesso confuso, dove la disinformazione e le fake news possono diffondersi rapidamente. Questo rappresenta una grande sfida per i giornalisti, che devono ora confrontarsi con un flusso costante di contenuti non verificati.
In questo contesto, è fondamentale che i giornalisti sviluppino nuove competenze per navigare tra le informazioni e discernere tra ciò che è valido e ciò che non lo è. I social media possono essere utilizzati come strumenti per amplificare le storie e raggiungere un pubblico più vasto, ma richiedono anche una maggiore responsabilità da parte di chi produce contenuti. La sfida è quella di mantenere l’integrità e la qualità del giornalismo, anche in un ambiente così frammentato e competitivo.

Illustrazione della necessità di bilanciare i benefici e i rischi dei social media nel giornalismo moderno, evidenziando accesso e integrità
Quali sfide presentano i social media per i giornalisti?
I social media rappresentano un campo minato per i giornalisti, che si trovano a dover affrontare una serie di sfide complesse. Prima di tutto, c’è la questione della disinformazione. La velocità con cui le notizie si diffondono sui social media rende difficile per i giornalisti verificare l’accuratezza delle informazioni prima che vengano condivise. Questo porta a un ambiente in cui le fake news possono proliferare, influenzando l’opinione pubblica in modo errato.
Inoltre, la polarizzazione delle informazioni è un’altra sfida significativa. Gli algoritmi delle piattaforme social tendono a creare bolle comunicative, dove gli utenti sono esposti solo a contenuti che confermano le loro opinioni preesistenti. Questo non solo limita la pluralità di voci, ma rende anche difficile per i giornalisti raggiungere un pubblico più ampio. La sfida è quindi quella di navigare in questo panorama frammentato, cercando di riportare storie che possano risuonare con una varietà di persone.
Infine, c’è la pressione economica. Molti giornalisti si trovano a dover competere per l’attenzione in un mercato in cui il clickbaiting e le notizie sensazionalistiche dominano. Questo può portare a una diminuzione della qualità del giornalismo, poiché le redazioni si sentono costrette a inseguire il numero di clic piuttosto che la sostanza delle storie. È una sfida continua mantenere l’integrità in un contesto così competitivo.
Come affrontare la questione delle fake news?
Affrontare la questione delle fake news richiede un approccio multifacetico. In primo luogo, è essenziale che i giornalisti sviluppino competenze di verifica dei fatti. Ciò implica non solo la verifica delle fonti, ma anche la capacità di analizzare le informazioni in modo critico. Utilizzare strumenti di fact-checking e collaborare con esperti può aiutare a garantire l’accuratezza delle notizie.
In secondo luogo, è fondamentale educare il pubblico. I giornalisti possono svolgere un ruolo attivo nel fornire risorse e strumenti che aiutino le persone a riconoscere la disinformazione. Ciò può includere articoli che spiegano come identificare le fake news e l’importanza di consultare fonti affidabili. Creare consapevolezza è un passo cruciale per contrastare la diffusione delle notizie false.
Infine, le piattaforme social devono essere parte della soluzione. Collaborare con i social media per implementare misure che limitino la diffusione di contenuti falsi è essenziale. Questo può includere l’implementazione di sistemi di segnalazione e di verifica, che aiutino a ridurre la visibilità delle fake news e promuovano contenuti verificati e affidabili.
Qual è la tua riflessione finale per i lettori?
La mia riflessione finale è che, nonostante le sfide attuali, ci sia ancora motivo di speranza. Il ruolo del giornalismo è più cruciale che mai. Abbiamo la responsabilità di raccontare storie che uniscano, che informino e che ispirino il cambiamento. In un mondo in cui la comunicazione è sempre più complessa, è fondamentale che i giornalisti si impegnino a mantenere l’integrità e la verità nelle loro narrazioni.
Incoraggio i lettori a rimanere critici e curiosi. Non accettate passivamente ciò che leggete o ascoltate. Siate attivi nel cercare diverse fonti di informazione e nel mettere in discussione le narrazioni prevalenti. Solo così possiamo costruire una società più informata e coesa. La chiave è continuare a dialogare, a porre domande e a non perdere mai di vista l’importanza della verità.

I tre pilastri per un futuro dei media più giusto: giornalismo etico, diversità delle voci e coinvolgimento consapevole del pubblico
Come possiamo costruire un futuro migliore attraverso i media?
Costruire un futuro migliore attraverso i media richiede un impegno collettivo. Prima di tutto, dobbiamo promuovere un giornalismo responsabile e etico. Ciò significa investire nella formazione continua dei giornalisti, affinché possano affrontare le sfide del panorama informativo odierno con competenza e integrità. Le redazioni devono essere luoghi di dialogo e confronto, dove le idee possono essere discusse e sviluppate in un ambiente di rispetto reciproco.
In secondo luogo, è essenziale che i media si impegnino a rappresentare una pluralità di voci. Dobbiamo dare spazio a storie che spesso rimangono inascoltate, specialmente quelle delle comunità marginalizzate. Questo non solo arricchisce il panorama informativo, ma contribuisce anche a costruire una società più equa e giusta.
Infine, il pubblico ha un ruolo fondamentale nel plasmare il futuro dei media. Sostenere i giornali e le piattaforme che si impegnano per un’informazione di qualità è cruciale. La responsabilità non ricade solo sui giornalisti, ma anche su chi consuma le notizie. Essere lettori consapevoli e impegnati è una parte essenziale del cambiamento. Solo insieme possiamo costruire un futuro in cui i media siano strumenti di coesione sociale e progresso.