A Villa Verrucchio, una serata intensa si è svolta nella biblioteca del paese, con Ghita Nasiri come protagonista. Invitata dalla direttrice della Biblioteca per discutere del tema delle donne in Iran, Ghita ha affrontato con passione la persecuzione dei bahá’í, le violenze subite dalle ragazze nel suo paese e la situazione attuale delle detenute nel carcere di Evin. La sua testimonianza ha toccato il cuore del pubblico, che si è lasciato coinvolgere dal suo racconto sincero e dalla sua capacità di esprimere il proprio pensiero con chiarezza, senza ricorrere alla violenza.
La situazione delle donne in Iran
Una breve introduzione storico-politica
L’Iran è un paese ricco di storia e tradizioni millenarie, ma è anche un paese in cui la condizione delle donne è molto complessa. Per comprendere appieno la situazione attuale, è necessario fare un breve excursus storico-politico sull’Iran. Il paese è stato governato da diverse dinastie nel corso dei secoli, ma nel 1979 è stato instaurato un regime teocratico guidato dal clero islamico.
L’influenza dell’Islam nella condizione femminile
L’Islam ha una forte influenza sulla condizione femminile in Iran. Secondo le leggi islamiche, le donne sono soggette a una serie di restrizioni e discriminazioni. Una delle principali restrizioni riguarda l’obbligo per le donne di indossare il velo, noto come hijab. Le donne che non rispettano correttamente questa norma possono essere vittime di violenza e percosse da parte delle autorità religiose.
La persecuzione dei bahá’í
Tra le comunità religiose più perseguitate in Iran vi sono i bahá’í. Questa religione, fondata in Iran nel XIX secolo, è considerata eretica dalle autorità islamiche. I bahá’í vengono privati dei loro diritti fondamentali, le loro case vengono distrutte e i loro cimiteri profanati. In particolare, i giovani bahá’í incontrano molte difficoltà nell’accesso all’istruzione.
La violenza e le percosse sulle donne che non indossano correttamente il velo
Uno dei problemi più gravi che le donne iraniane affrontano giornalmente è rappresentato dalla violenza e dalle percosse subite a causa del non corretto rispetto dell’obbligo del velo. Le donne che osano sfidare queste norme vengono punite con grande durezza, spesso con violenza fisica. Queste violazioni dei diritti umani sono ancora molto diffuse in Iran e rappresentano una chiara violazione della dignità della donna.
La testimonianza di Ghita Nasiri
Episodi di vita personale
Ghita Nasiri, durante la sua presentazione a Villa Verrucchio, ha toccato il cuore del pubblico con i suoi episodi di vita personale. Ha raccontato di quando era bambina e i guardiani della rivoluzione fecero una perquisizione a casa sua alla ricerca di documenti inesistenti che servissero per incriminare altre persone appartenenti alla comunità bahá’í. Questa testimonianza personale ha reso ancora più concreta e dolorosa la situazione delle donne in Iran.
L’impiccagione delle donne bahá’í
Uno dei momenti più intensi della testimonianza di Ghita Nasiri è stato quando ha ricordato l’impiccagione di dieci donne bahá’í, avvenuta con l’intento di costringerle ad abiurare la loro fede. Questo episodio tragico ha sottolineato la brutalità e l’arbitrarietà delle persecuzioni che le donne iraniane, in particolare quelle appartenenti alla comunità bahá’í, devono affrontare quotidianamente.
Il ricordo di Mahvash Sabet
Ghita Nasiri ha poi voluto ricordare due donne bahá’í, Mahvash Sabet e Fariba Kamalabadi, che attualmente sono detenute nel carcere di Evin. Queste donne, insieme ad altre leader bahá’í, sono state condannate ingiustamente a lunghi anni di prigione per aver difeso la loro fede. La loro storia è un esempio di coraggio e resistenza, ma anche di ingiustizia e sopruso.
Fariba Kamalabadi: attualmente detenuta nel carcere di Evin
Fariba Kamalabadi, una delle donne bahá’í menzionate da Ghita Nasiri, è attualmente detenuta nel famigerato carcere di Evin. La sua detenzione è simbolo delle gravi violazioni dei diritti umani in Iran e della situazione precaria delle donne nel paese. La sua storia è un monito per la comunità internazionale, che deve fare tutto il possibile per garantire la sua liberazione e quella di tutti i prigionieri politici in Iran.
La vicenda di Tahirih
La storia di Tahirih
Durante la sua presentazione, Ghita Nasiri ha raccontato la storia di Tahirih, una figura storica importante nella lotta per i diritti delle donne in Iran. Tahirih fu una poetessa e attivista nel XIX secolo, che si oppose alle restrizioni imposte alle donne dalla società patriarcale. La sua vicenda personale è un esempio di coraggio e ribellione contro le ingiustizie sociali.
La proposta di matrimonio dello scià
Uno dei momenti più noti della storia di Tahirih è la proposta di matrimonio che le fu fatta dallo scià dell’Iran del suo tempo. Questa proposta, oltre a essere una forma di persecuzione e sottomissione, rappresenta anche una chiara violazione della dignità della donna. Tahirih rifiutò questa proposta con coraggio, dimostrando la sua determinazione nel difendere la sua autonomia e la sua libertà.
Lo strangolamento col fazzoletto di seta
Uno degli episodi più tragici della storia di Tahirih è lo strangolamento col fazzoletto di seta. Questa forma di violenza estrema è stata perpetuata contro di lei come rappresaglia per il suo impegno a favore delle donne e per la sua opposizione alle ingiustizie sociali. Questo evento terribile sottolinea la lotta che molte donne in Iran affrontano per difendere i propri diritti e la propria dignità.
La condizione attuale delle donne in Iran
Le violenze e discriminazioni
Nonostante alcuni progressi negli ultimi anni, le donne in Iran continuano a subire violenze e discriminazioni. Le restrizioni imposte dall’Islam e l’applicazione rigorosa di queste leggi da parte delle autorità religiose creano un clima di oppressione e limitano la libertà delle donne. La violenza fisica e psicologica subita da molte donne iraniane rappresenta una chiara violazione dei loro diritti umani.
La situazione di Mahvash Sabet e Fariba Kamalabadi
La situazione di Mahvash Sabet e Fariba Kamalabadi, due donne bahá’í detenute nel carcere di Evin, è emblematica della condizione delle donne in Iran. Queste donne sono state ingiustamente condannate a lunghe pene detentive per aver difeso la loro fede e per il loro impegno in difesa dei diritti umani. La loro detenzione rappresenta una chiara violazione dei diritti umani e una testimonianza delle ingiustizie subite dalle donne iraniane.
Le sfide per le ragazze iraniane
Le ragazze in Iran devono affrontare numerose sfide nella loro vita quotidiana. Oltre alle restrizioni imposte dall’Islam, essi devono lottare per l’accesso all’istruzione e per la realizzazione dei loro sogni e delle loro aspirazioni. Molte ragazze iraniane sono costrette a rinunciare alle proprie ambizioni a causa delle discriminazioni e delle ingiustizie che affrontano, ma ci sono anche molti esempi di ragazze che lottano con coraggio per cambiare la loro condizione e difendere i loro diritti.
La poesia di Mahavash Sabet
Le tre poesie recitate da Ghita Nasiri
Durante la sua presentazione, Ghita Nasiri ha recitato tre poesie di Mahavash Sabet, una delle donne bahá’í detenute nel carcere di Evin. Queste poesie rappresentano una forma di espressione artistica e spirituale che permette alle donne di mantenere la loro dignità e la loro forza interiore anche nelle situazioni più difficili. Le poesie di Mahavash Sabet sono un esempio di come l’arte possa essere uno strumento di liberazione e di resistenza.
Traduzione in italiano delle poesie
Le poesie di Mahavash Sabet recitate da Ghita Nasiri sono state tradotte in italiano da Saverio Rovito. Queste traduzioni permettono ai non persofoni di comprendere appieno il valore e la profondità delle parole di Mahavash Sabet. La bellezza e l’emozione delle poesie sono universali e possono essere apprezzate da tutte le persone, indipendentemente dalla loro origine culturale o linguistica.
La reazione del pubblico
Applausi calorosi
Alla fine della presentazione di Ghita Nasiri sulla condizione delle donne in Iran, il pubblico ha reagito con un caloroso applauso. Questo applauso è stato un segno di apprezzamento per la testimonianza coraggiosa e sincera offerta da Ghita, ma anche un segnale di solidarietà verso le donne iraniane che affrontano quotidianamente situazioni di ingiustizia e oppressione. L’applauso è stato anche un modo per esprimere il desiderio di un cambiamento e di una maggiore attenzione alle questioni legate ai diritti delle donne.
Domande dal pubblico
Dopo l’intervento di Ghita Nasiri, il pubblico ha avuto l’opportunità di porre delle domande. Le domande hanno riguardato diversi aspetti della condizione delle donne in Iran, come le restrizioni imposte dall’Islam, le discriminazioni subite e le possibilità di cambiamento e di miglioramento della situazione. Le domande hanno dimostrato l’interesse e l’empatia del pubblico verso le donne iraniane e hanno creato uno spazio di dialogo e di confronto.
Le risposte di Ghita Nasiri
Ghita Nasiri ha risposto alle domande del pubblico con calma e chiarezza. Le sue risposte hanno offerto ulteriori approfondimenti sulla situazione delle donne in Iran e hanno contribuito a creare una maggiore consapevolezza sulle ingiustizie e le violazioni dei diritti umani che le donne iraniane affrontano quotidianamente. Le risposte di Ghita hanno anche mostrato la sua determinazione nel difendere i diritti delle donne e nel lottare per un cambiamento sociale e culturale.
Commenti positivi alla sua dolcezza e pacatezza
Molti presenti alla conferenza hanno espresso commenti positivi sulla dolcezza e pacatezza di Ghita Nasiri. Sono rimasti colpiti dalla sua capacità di esprimere il proprio pensiero con chiarezza e pacatezza, senza cadere in toni violenti o polemici. Questo atteggiamento ha suscitato una grande ammirazione nel pubblico e ha dimostrato che la lotta per i diritti delle donne può essere portata avanti anche con gentilezza e rispetto.