Questa settimana, 10 Novembre 2023, agenti di sicurezza iraniani armati hanno effettuato incursioni nelle case di oltre 30 Baha’i nelle città di Karaj e Hamedan, arrestando almeno 19 persone secondo le ultime informazioni disponibili. Molti dei Baha’i sono stati verbalmente insultati e fisicamente aggrediti durante i raid. Gli ultimi arresti e perquisizioni domiciliari, che hanno incluso molestie a cinque donne anziane, confermano le crescenti paure che il governo iraniano abbia raddoppiato la sua repressione sulla perseguitata comunità Baha’i in Iran.
Fatti Recenti e Storici Contestualizzati
Nel mese scorso, altre dieci Baha’i sono state arrestate a Isfahan—tutte donne. Ventisei altri sono stati condannati a un totale di 126 anni di prigione. Almeno trentadue in totale sono stati detenuti da ottobre in numerose città del paese.
Raid su Anziani: Un Atto Inumano
Le case contenenti cinque donne anziane tra i 70 e i 90 anni sono state perquisite a Hamadan. Una soffre di malattia di Alzheimer e un’altra è stata trasportata in terapia intensiva in preda al panico dopo il raid. In un altro caso, hanno sfondato la porta della casa di una donna di 82 anni, rovistato tra i suoi effetti personali e danneggiato la sua abitazione in sua assenza. I mariti di due di queste donne erano tra i più di 200 Baha’i giustiziati dal governo iraniano dopo la Rivoluzione Islamica del 1979.
La Risposta della Comunità Internazionale
“Con quasi ogni settimana che passa, e con ogni nuova ondata di arresti, il governo iraniano ci fornisce nuove prove della sua crudeltà e delle sue intenzioni di perseguitare i Baha’i solo per le loro credenze, anche in età avanzata,” ha dichiarato Simin Fahandej, Rappresentante della Comunità Internazionale Baha’i presso le Nazioni Unite a Ginevra. “Perquisire le case degli anziani e degli infermi—donne che hanno perso i loro mariti più di 40 anni fa, per mano di questo stesso governo—ci mostra anche che ogni tentativo delle autorità iraniane di giustificare le loro azioni è vuoto e falso. Che minaccia possono rappresentare gli anziani e malati Baha’i al governo iraniano? Nulla se non pregiudizi religiosi può spiegare azioni così spietate.”
La Campagna #OurStoryIsOne e la Solidarietà Internazionale
L’ultima ondata di arresti a Hamadan, Karaj, Isfahan e Yazd, così come la continua negazione dell’istruzione superiore, la detenzione di un uomo Baha’i di 90 anni che aveva già trascorso 10 anni in prigione e il mirare a 180 altri, avviene nel contesto della campagna globale #OurStoryIsOne, lanciata nel luglio 2023 per commemorare l’esecuzione di 10 donne Baha’i nel 1983 e per sostenere il più ampio sforzo iraniano di raggiungere giustizia e uguaglianza. La campagna ha attirato livelli di solidarietà senza precedenti all’interno della società iraniana sia all’interno che all’esterno del paese.
Conclusione: Un Appello all’Azione e alla Speranza
“Stiamo assistendo a un processo significativo e storico in Iran,” ha dichiarato la signora Fahandej. “Anche se il governo iraniano ha per decenni tentato di dividere i Baha’i dal resto della società iraniana, nella loro risposta a #OurStoryIsOne, gli iraniani di tutte le comunità religiose ed etniche e di tutti i
generi si stanno unendo con una sola voce, per chiedere una società fondata sull’uguaglianza, la comprensione, la giustizia e l’emancipazione di tutti, indipendentemente dalla fede, dall’origine e dal genere. Quanto è triste che la risposta del governo iraniano non sia quella di sfruttare e rilasciare questa capacità trasformativa—ma di cercare di soffocarla arrestando sempre più Baha’i e attaccando innocenti iraniani di tutti i background, così come i difensori dei diritti umani in tutto il paese.”
Questo articolo mira a portare alla luce le attuali difficoltà e persecuzioni subite dalla comunità Baha’i in Iran, sottolineando l’importanza dell’azione internazionale e della solidarietà per combattere queste ingiustizie. La comunità internazionale deve agire per porre fine a questa continua violazione dei diritti umani.