In questo articolo basato su un video documentario esploriamo la vita di Mario Piarulli, un uomo che ha attraversato un secolo con un’anima aperta al mondo, trasformando il proprio cammino in una via di luce, fede e servizio. Mario Piarulli è stato un costruttore di ponti tra culture e generazioni, un servitore silenzioso e un pilastro della comunità Bahá’í in Italia. Attraverso le sue parole, ricordi e riflessioni, scopriamo la sua straordinaria vita, dalla giovinezza nel Salento alla sua dedizione spirituale e sociale, fino al suo lascito culturale e umano.
Questa documento è stato elaborato per raccontare in modo coinvolgente e profondo la vita di Mario, basandosi sulle sue testimonianze e riflessioni raccolte nel tempo, offrendo così un ritratto autentico e ispiratore.
Infanzia e prime esperienze: radici nel Salento e anni di guerra
Le origini e la sua infanzia a Nardò nel Salento
Mario Piarulli nasce a Nardò, nel cuore assolato del Salento, nel settembre del 1921. È il primogenito di quattro fratelli e cresce in una terra sobria e semplice, priva di grandi opportunità ma ricca di umanità. Fin da bambino, i suoi occhi erano attenti al mondo, pieni di curiosità e desiderio di conoscere, capire e andare oltre ciò che lo circondava.
Gli anni della giovinezza durante la guerra
Nel 1941 il giovane Mario ottiene il diploma magistrale, ma il destino lo chiama altrove: pochi mesi dopo parte per il servizio militare. Viene inviato subito a corsi ufficiali all’Aquila e poi assegnato a Tarvisio, sul Monte Coppa, la cima più alta delle Alpi, dove trascorre anni difficili tra neve, silenzi e guerra. Ricorda che la situazione era così caotica e complessa che, nonostante tutto, si è sentito protetto e sostenuto da circostanze quasi miracolose, quasi organizzate dai migliori organizzatori del mondo.
La vita in montagna era dura: non c’erano abitazioni, solo spazi ricavati nella roccia con letti rudimentali. In quel contesto isolato, Mario e i suoi compagni erano quasi invisibili al resto del mondo, soprattutto dopo l’8 settembre 1943, quando la linea telefonica con il comando a Tarvisio si interruppe, lasciandoli isolati senza notizie sull’armistizio o gli sviluppi della guerra.

Mario Piarulli in servizio militare al Monte Coppa, un periodo che segnerà profondamente la sua vita e il suo cammino spirituale.
Un episodio significativo fu quello di un comandante che, isolato e con pochi uomini, decise di opporsi ai tedeschi, senza successo. Molti militari furono catturati o persero la vita, ma Mario e i suoi compagni riuscirono a salvarsi proprio grazie a quell’isolamento. Questi anni di guerra segnarono profondamente Mario, facendo scattare in lui domande profonde sul senso della vita e dell’esistenza.
L’incontro di Mario Piarulli con la fede Bahá’í: una nuova via di luce
Quando e come è avvenuto l’incontro con la fede Bahá’í?
Nel 1949 Mario Piarulli si trova a Roma, ospite degli zii, dove inizia a lavorare e frequenta il British Institute. È un periodo di ricerca interiore, dopo l’esperienza traumatica della guerra, in cui si domanda il significato profondo della vita. Una sera d’estate del 1950, passeggiando in piazza Borghese, viene attratto da una bancarella di libri e un titolo lo colpisce: “Bahá’u’lláh e la Nuova Era“. Quel piccolo volume gli apre un universo nuovo.
Qualche giorno dopo, in un modesto appartamento in via Liguria 38, incontra Ugo e Angeline Giachery, membri della comunità Bahá’í. Questo incontro segna l’inizio di una trasformazione profonda. Il sig. Piarulli ricorda come abbia affrontato la ricerca con il cuore, con onestà e sincerità intellettuale e spirituale, e come sia stato premiato entrando in contatto con la fede Bahá’í e la calorosa accoglienza della famiglia Giachery a Roma.

Copertina storica di “Bahá’u’lláh e la Nuova Era”, libro che ha ispirato Mario Piarulli nel suo cammino verso la Fede Bahá’í.
L’impatto di questa nuova Fede sulla sua vita
La scoperta della fede Bahá’í ha radicalmente cambiato la vita del sig. Piarulli. Nel novembre del 1950 abbraccia ufficialmente la fede Bahá’í e gli viene chiesto di servire nel comitato di insegnamento europeo. L’appartamento in via Liguria 38, nonostante le difficoltà con i proprietari che non sempre accettavano che fossero Bahá’í, diventa simbolicamente il luogo della sua rinascita spirituale.
Il sig. Piarulli inizia una profonda collaborazione con Ugo Giacchery, una relazione destinata a durare per tutta la vita. Inoltre, compie ben quattro pellegrinaggi nei luoghi sacri di Haifa, in Israele, che rafforzano la sua dedizione e il suo impegno spirituale. Durante quello del 1955 ha l’onore di incontrare Shoghi Effendi, il custode della fede Bahá’í, che lo incoraggia personalmente a servire ovunque fosse necessario.

Angeline e Ugo Giachery in partenza per l’Italia nel 1947, pionieri della diffusione della Fede Bahá’í in Europa.
Una vita dedicata al servizio e alla diffusione della fede
La vita dopo il pellegrinaggio a Haifa
Nel 1957 Mario si trasferisce a Genova, dove continua a servire la comunità Bahá’í con passione e dedizione. Riceve una lettera calorosa di incoraggiamento da Shoghi Effendi, che lo esorta a tenere alta la bandiera della fede Bahá’í in un luogo diverso, aiutando ad ampliare le fondamenta della fede in Italia.
Nel 1958 partecipa alla conferenza mondiale Bahá’í di Francoforte, dove incontra Laila Mustafa, proveniente dal Cairo. La loro storia d’amore si sviluppa in un contesto di riflessione e meditazione, con Mario che prende tempo per decidere, mentre Laila prende l’iniziativa per organizzare il matrimonio, celebrato nel gennaio 1959 a Genova.

Shoghi Effendi, Custode della Fede Bahá’í, e una lettera di incoraggiamento inviata a Mario Piarulli per il suo servizio a Genova.
I suoi ruoli e contributi all’interno della comunità Bahá’í italiana
Nel 1962 entra a far parte della prima Assemblea Spirituale Nazionale d’Italia, un ruolo di grande responsabilità e prestigio. Nel 1967 si trasferisce definitivamente a Lecce con la famiglia, continuando a servire come pioniere, cioè come promotore attivo della fede Bahá’í in nuove aree.
Il sig. Piarulli viene nominato membro del Corpo Ausiliario per la Protezione, incarico che mantiene per circa 30 anni. Partecipa come relatore a conferenze internazionali in città come Francoforte, Londra, Nizza, Copenhagen, Parigi, Malta e nel Principato di Monaco. La sua figura è quella di uno studioso appassionato, conferenziere brillante e scrittore ispirato.

La prima Assemblea Spirituale Nazionale dei Bahá’í d’Italia, costituita nel 1962, un momento storico per la comunità.
Un lascito culturale e spirituale: la scrittura e la perseveranza
L’attività di scrittore e studioso
Mario Piarulli è autore di sette libri, tra cui spicca l’opera in due volumi Ambasciatori di Bahá’u’lláh, frutto di vent’anni di ricerca, lettere, mappe e fotografie raccolte da ogni angolo del mondo. Questo lavoro nasce dal desiderio profondo di rendere omaggio e gratitudine a coloro che hanno contribuito alla fede Bahá’í e dalla volontà di preservare eventi e documenti che altrimenti sarebbero andati perduti nel tempo.
Mario ha sempre lavorato con grande precisione e attenzione ai dettagli, utilizzando inizialmente una macchina da scrivere portatile, poi una Olivetti elettrica e, solo in età avanzata, ha iniziato a usare il computer con notevole abilità. Il suo motto, in inglese, era:
Nothing can hurt you until you give it power through recognition.
Niente può farti del male finché non gli dai il potere attraverso il riconoscimento
Questo motto ha caratterizzato il suo approccio pacifico e sereno alla vita e alle relazioni.

Il motto di Mario Piarulli, “Niente può farti del male finché non gli dai il potere attraverso il riconoscimento”, celebrato in occasione dei suoi 100 anni di vita dedicata alla pace e al servizio.
Le qualità personali nella sua vita e nel suo servizio
Il sig. Piarulli si distingueva per il suo carattere pacifico, la perseveranza nei progetti e la capacità di organizzare con precisione ogni dettaglio. Era una persona serena, tranquilla, raramente alterata o arrabbiata, che non si lasciava tormentare dagli eventi negativi. La sua prima preghiera memorizzata e sempre cara era:
O Dio! Corrobora e allieta il mio spirito. Purifica il mio cuore. Illumina le mie facoltà. Rimetto ogni cosa che mi riguardi nelle Tue mani. Tu sei la mia Guida e il mio Rifugio. Non sarò più mesto e addolorato; sarò un essere felice e pieno di gioia. O Dio ! Non voglio essere pieno d’ansietà, né mi lascerò tormentare da affanni. Non mi soffermerò sulle cose spiacevoli della vita.
O Dio! Tu mi sei più amico di quanto io non sia a me stesso. A Te mi consacro, o Signore
‘Abdu’l-Bahá
Questa preghiera, che chiedeva purificazione, illuminazione e serenità, ha guidato Mario per tutta la vita, nella sfera personale, familiare, sociale e spirituale.
Riflessioni sul tempo, la vita e la trasformazione
Le riflessioni di Mario Piarulli sul significato del tempo e della vita
Il sig. Piarulli ha spesso ribadito l’importanza del tempo come elemento fondamentale che governa ogni aspetto della nostra esistenza. Secondo lui, il tempo è il nostro nemico principale perché scorre velocemente e non possiamo permetterci di sprecarlo. La consapevolezza del tempo è spesso sfuggente e la maggior parte delle persone vive in uno stato di disattenzione, senza cogliere le opportunità che la vita offre continuamente.
Mario amava usare un’immagine per spiegare questo concetto: anche avendo tutto il necessario per scrivere e lavorare – una bella casa, un magico tavolo, carta pregiata, una penna d’oro – tutto questo diventa inutile se manca il tempo per usarli. Il tempo comanda e determina il valore delle nostre azioni.
La definizione dello scopo della vita secondo Mario Piarulli
Tutti gli uomini sono stati creati per promuovere una civiltà in costante progresso.
Bahá’u’lláh
Per il sig. Piarulli, il motivo della vita non è semplicemente svegliarsi al mattino, andare al lavoro, mangiare e tornare a dormire. Il vero scopo della vita, secondo personaggi unici come lui, è quello di far avanzare una civiltà in continua evoluzione, contribuendo al progresso spirituale e sociale dell’umanità. È un invito a vivere con consapevolezza, a cercare un senso più profondo e a servire con dedizione.

Mario Piarulli, esempio di virtù, pazienza e pace, ritratto in un momento di affetto e riconoscenza.
Mario Piarulli: un maestro di virtù e un ponte tra generazioni
Devozione e servizio
Il sig. Piarulli è stato un maestro di virtù e di vita, un servitore silenzioso che con devozione e pazienza ha indicato la strada a molti. È stato un guerriero di pace dall’animo gentile, che non ha lasciato un vuoto ma uno spazio pieno e memorabile. La sua vita è stata un ponte tra generazioni, culture, spirito e realtà, un filo d’oro teso tra Nardò e Haifa, tra Genova e il mondo, tra l’Italia e la visione universale della fede Bahá’í.
Il suo esempio continua a vibrare nel cuore di chi l’ha conosciuto e di chi ancora oggi cammina sulla sua scia di luce, incarnando i valori di pace, servizio e trasformazione che ha sempre promosso.

Titolo di La Repubblica che annuncia la scomparsa di Mario Piarulli, pionieristico promotore della Fede Bahá’í in Italia e scrittore di pace.
I ricordi più significativi che lascia a chi lo ha conosciuto
Chi ha avuto la fortuna di conoscere il sig. Piarulli ricorda la sua costanza, la sua meticolosità nel lavoro, la sua capacità di scrivere e tradurre con attenzione al significato e all’accento di ogni parola. Fino al suo centesimo compleanno è rimasto attivo, senza mai parlare di età, mantenendo sempre un senso dell’umorismo e una serenità che ispiravano chi gli stava vicino.
Nei momenti difficili, come negli ultimi anni quando non poteva più scrivere né leggere, manteneva la sua leggerezza d’animo, rispondendo con ironia alle preoccupazioni della moglie con frasi che riflettevano la sua saggezza e il suo spirito indomito.
Conclusione: la storia di Mario Piarulli come fonte di luce e ispirazione
La storia di Mario Piarulli è molto più di una biografia personale: è un invito a vivere con consapevolezza, a coltivare la fede e a servire con cuore aperto. Attraverso le sue esperienze, riflessioni e insegnamenti, Mario ci mostra come trasformare le sfide della vita in occasioni di crescita e come mantenere viva la speranza anche nei momenti più difficili.
Il suo cammino, intrecciato con la storia della fede Bahá’í in Italia, rappresenta un ponte tra passato e futuro, tra culture e generazioni, un filo d’oro che continua a illuminare chi sceglie di seguirne l’esempio.
Che questa biografia possa essere per tutti noi una fonte di ispirazione e di riflessione sul vero significato della vita, del tempo e del servizio al prossimo.