PARITÀ DI GENERE, LA SARDEGNA IN PRIMA LINEA
Guardo gli occhi della giovane donna che hanno assorbito la mia attenzione fin nel profondo. Sono occhi che guardano lontano, che portano una narrazione delle donne attraverso il tempo, che testimoniano secoli e millenni di introspezione, di pensieri, sentimenti, intuizioni, un sapere che valica i confini dell’istruzione negata, una grandezza della mente e del cuore incarnata nelle vite di donne che hanno tracciato la storia quali stelle polari, punti di luce nello scorrere del tempo maschile che non sapeva leggere il suo stesso negare, ignaro del destino impavido dell’universo femminile pronto a germogliare in un tempo che ora bussa alle porte delle nostre vite. È un irrompere irrefrenabile, le donne sanno che il cielo è attraversato da uccelli dalle ali di colore diverso che, sotto i raggi del sole e con il vento che permette di tenere la rotta, si fondono in un unico colore e si muovono all’unisono; ne possiamo percepire il suono e seguire con lo sguardo la direzione presa con convinzione e la felicità di possedere il cielo.
Questo hanno raccontato le due oratrici Afsaneh Seyed e Rosanna Floris, e l’oratore Gianpaolo Soddu. “La poetessa martire nell’Iran del XIX secolo”, “La conquista delle pari opportunità” e infine “Dignità umana e condizione femminile, transizione verso una società globale” sono temi che sembrano tracciare la storia che dal passato si sta proiettando verso nuove dimensioni relazionali consapevoli della ricchezza di ogni essere umano, che sia uomo o donna, maschio o femmina, nella loro accezione più nobile, la cui prerogativa, meta e felicità possono essere sperimentate in un connubio di tale forza, che scaturisca dal consapevole riconoscimento dell’unità di due universi che sperimentano l’esistenza dalla notte dei tempi, raccogliendo un retaggio atavico, humus per una esistenza fiorente a partire dal secolo che ci precede per tutti i tempi a venire.
Il femminile delle due oratrici si è raccolto in espressioni puntuali, appassionate, dalla storia personale di Táhirih, la cui vicenda umana e spirituale ha valicato le frontiere del suo paese, a quelle che vengono considerate statistiche, benché siano molto di più perché tracciano il vissuto femminile e di conseguenza l’ancora fragile, evoluzione nel rispetto, nella giustizia, nella pacificazione e nel progresso individuale e collettivo.
La Condizione femminile
Di grande interesse la presenza di un oratore che, nell’esaminare la condizione femminile, affronta l’ineludibile passaggio a una trasformazione dei rapporti tra i due sessi, la sola che possa garantire alle generazioni future una vita del Pianeta e sul Pianeta edificata da elementi che mettano in luce il riconoscimento del valore reciproco verso vette inimmaginabili oggi, in un periodo di gestazione, fermento, paure, ma anche coraggiosi passi verso nuovi equilibri mai sperimentati fino al momento storico in cui stiamo vivendo.
La partecipazione sugli schermi, numerosa e interessata al percorso di fattibilità del principio dell’ “unità e uguaglianza tra uomo e donna” quale atto di giustizia e fonte di evoluzione spirituale e sociale, non ha mancato di esprimere il desiderio di darsi nuovi appuntamenti e ringraziare Cagliari per l’invito e per aver condiviso un tempo tanto prezioso quanto di impronta di una maturazione di nuovi riferimenti valoriali e di un percorso di progresso in atto.