Adam Robarts è un rinomato architetto britannico che ha costruito la sua carriera in Cina. Oltre al successo professionale, Adam ha vissuto una storia molto toccante con il figlio Hayden, scomparso a soli 19 anni dopo una battaglia contro il cancro al cervello.

In questa intervista esclusiva, Adam ci racconta la sua incredibile carriera in Cina e ci svela come ha affrontato con grande speranza e gioia la terribile malattia del figlio Hayden, traendone preziosi insegnamenti di vita.

La carriera di architetto in Cina

Domanda: Adam, puoi raccontarci la genesi e lo sviluppo della tua carriera di architetto in Cina?

Risposta: Sono arrivato in Cina nel 1993, in un momento di grande fermento e trasformazione per il paese. Ero mosso dal desiderio di poter contribuire a quello sviluppo attraverso l’architettura, la mia grande passione. Dopo alcune esperienze lavorative, ho deciso di mettermi in proprio e nel 1996 ho fondato a Pechino lo studio Robarts Spaces insieme a mia moglie. Da subito abbiamo cercato di imporre una visione innovativa e di alta qualità architettonica, lavorando su progetti residenziali, commerciali e del terziario. Non è stato facile affermarci in quegli anni, ma siamo stati determinati nel perseguire i nostri obiettivi e soprattutto nel rimanere coerenti con la nostra filosofia progettuale, senza scendere a compromessi. Col tempo siamo cresciuti, assumendo nuovi talenti e consolidando la nostra posizione di studio all’avanguardia. I progetti più iconici sono stati sicuramente il Peninsula Hotel di Shanghai e il Sanlitun Village a Pechino. Oggi dirigo uno studio di oltre 50 persone e posso dire con orgoglio che siamo diventati un punto di riferimento nell’architettura contemporanea cinese.

 

La filosofia dello studio di architettura

Domanda: I valori di coraggio e cultura sono centrali nella filosofia del tuo studio. Cosa significano in concreto e come si riflettono nel vostro lavoro?

Risposta: Fin dall’inizio ho voluto creare uno studio con una forte identità e visione, non semplicemente incentrato sul profitto. Per questo abbiamo scelto il coraggio e la cultura come pilastri della nostra filosofia. Il coraggio per me significa avere idee nuove e all’avanguardia, non seguire strade già battute, osare e sperimentare. La cultura invece rappresenta la ricchezza che vogliamo apportare ai nostri progetti, attingendo alla tradizione ma reinterpretandola in chiave contemporanea. Questi valori guidano ogni nostra creazione, dal concept iniziale fino alla realizzazione. Li infondiamo al team, organizzando workshop in cui analizziamo come coraggio e cultura possono prendere forma nei nostri lavori. È una sfida continua ma gratificante. I risultati si vedono nell’originalità e unicità dei nostri edifici, che coniugano estetica e funzionalità in modo armonico.

La malattia del figlio Hayden

Domanda: La malattia di tuo figlio Hayden ha segnato profondamente la tua vita. Cosa ha rappresentato questa durissima prova per te?

Risposta: Quando Hayden si è ammalato, la nostra vita è cambiata per sempre. È stato come veder crollare in un attimo tutte le certezze, entrare in un incubo da cui speravi di svegliarti presto. Abbiamo vissuto momenti terribili, di grande sofferenza, angoscia, a tratti anche disperazione. Gestire una malattia come il cancro in famiglia è durissimo. Come genitore ti senti impotente, vorresti strappare via quel dolore da tuo figlio, l’essere che ami di più al mondo. Ho provato sentimenti contrastanti: dolore, rabbia, senso di ingiustizia. Ma non mi sono arreso, abbiamo lottato fino all’ultimo giorno, anche quando le speranze erano ormai flebili. È stata una prova che mi ha segnato nel profondo, che ancora oggi fatico a metabolizzare. Ma questa esperienza così dolorosa mi ha anche insegnato tanto su me stesso e sul senso della vita.

L’eredità umana e spirituale del figlio

Domanda: Cosa ricordi dell’eredità umana e spirituale che tuo figlio ti ha lasciato? Come questo ha cambiato il tuo modo di vivere e vedere le cose?

Risposta: Hayden era un ragazzo straordinario, dotato di una grande sensibilità d’animo nonostante la giovane età. La sua eredità spirituale è stata per me il messaggio più prezioso che potessi ricevere. Mi ha insegnato ad apprezzare le piccole gioie quotidiane, a vivere ogni momento con positività, a portare questa luce anche agli altri. Nonostante la malattia non ha mai perso il sorriso, la voglia di scherzare, la gioia di vivere. Mi ha dato una grande lezione di resilienza. Dopo la sua scomparsa, ho fatto tesoro di questa saggezza trasmessa dal suo esempio; cerco di onorarla ogni giorno con gratitudine. Anche nei momenti più bui ora so che la speranza può essere una scelta, che la disperazione si può combattere con piccoli gesti. Grazie a lui affronto la vita con più coraggio e altruismo.

Il libro di Hayden

Domanda: Hai scritto il libro “Nineteen” scritto su tuo figlio Hayden? Cosa ti ha colpito di più?

Risposta: Sì, ho scritto il libro appena pubblicato ed è stata un’esperienza molto toccante. La cosa che più mi ha colpito è stata la grande dignità e compostezza con cui Adam ha affrontato il dolore straziante della perdita di un figlio. Non c’è autocommiserazione in queste pagine, ma una volontà genuina di elaborare il lutto e condividere gli insegnamenti che ne ha tratto. La figura di Hayden emerge in tutta la sua ispirazione: la sua saggezza, empatia e gioia di vivere sono una luce in mezzo al buio della malattia. È un libro che fa riflettere con profondità sull’esistenza umana, regalando anche speranza.

l'architetto di successo internazionale Adam Robarts racconta la sua toccante storia di speranza e gioia

Cosa leggere a chi un momento difficile

Domanda: Cosa consiglieresti di leggere del libro “19” a chi sta affrontando un momento difficile? Quali parti lo potrebbero aiutare?

Risposta: Consiglierei la lettura del capitolo sulla speranza, dove Adam racconta di come non abbia mai abbandonato questo sentimento, scegliendo sempre di coltivarlo anche di fronte all’evidenza della malattia del figlio. Un messaggio potentissimo per chi sta attraversando un momento buio. Suggerirei poi il capitolo sulla calma, dove vengono dati consigli molto pratici su come rasserenare la mente nei momenti di ansia attraverso tecniche di respirazione, meditazione, contatto con la natura. Infine il capitolo sul distacco, utile ad accettare le cose che non possiamo cambiare per poi focalizzarci su ciò su cui abbiamo controllo. Sono parole che possono aiutare chi soffre a ritrovare l’equilibrio.

L’insegnamento della storia di Hayden

Domanda: Cosa pensi che ognuno di noi possa imparare dalla storia di Hayden? Quale insegnamento universale emerge secondo te?

Risposta: Penso che la storia di Hayden ci insegni quanto la vita sia preziosa e non vada sprecata. Ci ricorda di apprezzare le piccole gioie quotidiane, la bellezza degli affetti, la nobiltà dei sentimenti. Ci esorta ad essere sempre positivi, portando luce nel mondo con gesti anche semplici verso chi ci circonda. Hayden era un ragazzo che aveva capito l’essenza della vita più di tanti adulti. Questo è l’insegnamento universale: riempire ogni momento di significato, amando ed essendo grati. Le difficoltà possono abbatterci, ma la speranza e la volontà di fare del bene sono l’ancora a cui aggrapparsi.

Fonte: https://www.ebbf.org/post/what-is-the-role-of-hope-and-joy-to-create-meaningful-workplaces-and-careers