Nella mattinata del 12 febbraio 2024, nella città iraniana di Qaemshahr, un gruppo di giovani Bahá’í si era riunito in una casa privata di proprietà di una donna Bahá’í, Maryam Zabihi Zamani, quando 15 agenti del Ministero dell’Intelligenza hanno fatto irruzione e hanno proceduto a perquisire i locali in un attacco all’atto semplice di lavorare per acquisire conoscenza.
I giovani Bahá’í erano a casa per sostenere un esame come parte dei loro studi informali presso l’Istituto Bahá’í per l’Educazione Superiore (BIHE), una risposta creativa e completamente non violenta della comunità Bahá’í all’esclusione sistematica dalle università e dai college iraniani.
La risposta della comunità Bahá’í all’esclusione educativa
Dal 1980, come parte di un tentativo diretto dal governo di distruggere la vita intellettuale e culturale della comunità Bahá’í, composta da 300.000 membri, i giovani che dichiarano la loro identità Bahá’í sono stati sistematicamente esclusi dalle università e dai college in Iran. Profondamente preoccupata nel vedere un’intera generazione dei suoi migliori e più brillanti languire senza l’opportunità di apprendimento superiore, la comunità Bahá’í dell’Iran ha lanciato una risposta creativa e completamente non violenta: la creazione del suo sistema universitario indipendente, completo, ma completamente decentralizzato.
L’Istituto Bahá’í per l’Educazione Superiore (BIHE)
Fondato nel 1987, il Baháʼí Institute for Higher Education (BIHE) aveva, fino a settembre 1998, più di 900 studenti iscritti, una facoltà di oltre 150 accademici e istruttori di prim’ordine, e un'”infrastruttura” composta da varie aule, laboratori e biblioteche sparsi in tutto l’Iran in case private e edifici. Questo sforzo è stato definito dal New York Times in un articolo del 29 ottobre 1998 come “un elaborato atto di autoconservazione comunitaria”.

La violenta irruzione e le perquisizioni rappresentano anche un assalto alla libertà di apprendimento e all’istruzione stessa
La violazione dei diritti e della dignità
Gli agenti hanno iniziato a filmare non appena hanno fatto irruzione nella casa e hanno mostrato un palese disprezzo per i diritti e la dignità degli individui Bahá’í riuniti. Gli agenti hanno interrogato e insultato il gruppo, perquisito la proprietà e confiscato dispositivi elettronici, libri di testo, documenti e oggetti personali della signora Zabihi e dei giovani Bahá’í, dimostrando un attacco non solo agli individui ma anche all’istruzione stessa attraverso il BIHE.
Il futuro incerto
Maryam Zabihi Zamani e quattro dei giovani Bahá’í presenti hanno anche ricevuto delle convocazioni e devono presentarsi questo sabato, 17 febbraio, alle autorità iraniane. Gli agenti hanno anche fatto irruzione nella casa di uno dei giovani Bahá’í, hanno perquisito quella proprietà e confiscato i beni.
Un attacco alla conoscenza e alla libertà di apprendimento
La violenta irruzione e le perquisizioni condotte dagli agenti del Ministero dell’Intelligenza non sono solo un attacco fisico ai giovani Bahá’í e alla loro comunità; rappresentano anche un assalto alla libertà di apprendimento e all’istruzione stessa. Questi eventi sottolineano l’importanza del BIHE come simbolo di resistenza e perseveranza di fronte a una persecuzione sistematica. La comunità internazionale deve riconoscere e condannare tali atti di violenza e repressione, sostenendo il diritto all’istruzione per tutti, indipendentemente dalla loro fede o identità.