In questo approfondito articolo, tratto dall’ultima puntata del podcast della Bahá’í World News Service, esploriamo le riflessioni di Rochel Bayani e Alessandro Benedetti, rappresentanti dell’Ufficio di Bruxelles della Comunità Internazionale Bahá’í (BIC). Il tema centrale è come l’istruzione dei giovani e la percezione sociale possano favorire lo sviluppo delle capacità dei giovani, rendendoli protagonisti attivi nella costruzione di società pacifiche e armoniose. Attraverso esempi concreti e analisi profonde, si evidenzia come il coinvolgimento reale e riconosciuto dei giovani sia fondamentale per il progresso collettivo.
Giovani come protagonisti sociali
Uno dei punti focali della conversazione è la necessità di vedere i giovani non come semplici spettatori passivi, ma come veri e propri attori capaci di plasmare e reimmaginare il mondo in cui vivono. L’Ufficio di Bruxelles ha contribuito recentemente alla Strategia Europea per i Giovani, un documento che sottolinea l’importanza di riconoscere l’energia, i talenti e la capacità dei giovani di intervenire concretamente nelle sfide sociali.
La percezione della società come fattore chiave
Durante un evento organizzato in occasione della Settimana Europea della Gioventù, un partecipante ha osservato come la capacità dei giovani di contribuire al progresso sociale sia strettamente legata a come essi vengono percepiti dalla società. Se i giovani non sono visti come protagonisti capaci, questo limita drasticamente la loro percezione di poter agire efficacemente. Questa riflessione è importante perché mette in luce come la valorizzazione dell’istruzione dei giovani debba andare di pari passo con un cambiamento culturale nella società, che riconosca l’importanza del loro ruolo.
I giovani come connettori interculturali
Un altro aspetto fondamentale è il ruolo mediatorio che i giovani svolgono tra culture diverse. Spesso, provenendo da famiglie con tradizioni differenti dal contesto in cui vivono, i giovani sono in grado di leggere la realtà sociale con una prospettiva unica. Questo li rende “connettori naturali” tra comunità, capaci di facilitare dialoghi autentici e di valorizzare elementi tradizionali che possono arricchire il dibattito sociale. In questo modo, i giovani non solo contribuiscono alla coesione sociale, ma aiutano a costruire un senso condiviso di identità e di progresso.
Questa capacità di mediazione è un esempio concreto di come l’istruzione dei giovani non sia solo un processo formale, ma un’esperienza vissuta che coinvolge la comprensione profonda delle dinamiche sociali e culturali. I giovani, dunque, diventano ponti tra generazioni e tra culture, promuovendo un dialogo costruttivo e inclusivo.
Educazione per l’unità dell’umanità
L’educazione rappresenta un altro tema centrale per l’empowerment giovanile. Secondo la prospettiva della Comunità Internazionale Bahá’í, l’istruzione dei giovani deve andare oltre la mera acquisizione di competenze tecniche o professionali. Deve includere una dimensione spirituale e intellettuale che promuova la comprensione dell’unità dell’umanità fin dall’infanzia.
Un nuovo modello educativo integrato
La sfida è quella di costruire sistemi educativi che nutrano non solo l’intelletto, ma anche le qualità morali e spirituali dei giovani. Questo approccio integrato permette di sviluppare potenzialità umane più complete e di preparare i giovani a contribuire in modo significativo alla società. La Comunità Bahá’í, infatti, sta sperimentando a livello locale programmi educativi che integrano queste dimensioni, favorendo una crescita armoniosa e multidimensionale.
Il ruolo dei giovani nell’educazione intergenerazionale
Un esempio concreto è la funzione che i giovani svolgono nell’educazione delle generazioni più giovani, specialmente nelle comunità Bahá’í in Europa. Qui i giovani si assumono la responsabilità dell’educazione spirituale e intellettuale di bambini e adolescenti, creando un modello di apprendimento collettivo e partecipativo. Questo processo non solo rafforza i legami comunitari, ma crea anche una cultura nuova, basata sul supporto reciproco e sull’apprendimento condiviso.
Questa dinamica di educazione intergenerazionale sottolinea ancora una volta l’importanza di riconoscere e valorizzare l’istruzione dei giovani come strumento di trasformazione sociale e culturale. I giovani, infatti, non sono solo destinatari dell’educazione, ma agenti attivi che contribuiscono a costruire un futuro di pace e unità.

Copertina della pubblicazione “A European Union Youth Strategy – Some Considerations” a cura del BIC, Ufficio di Bruxelles.
Immaginare l’esistenza umana da un nuovo paradigma
Un passaggio cruciale della discussione riguarda il modo in cui le diverse discipline accademiche, come l’economia, spesso partono da assunti limitanti o negativi sull’essere umano. L’esempio portato da Alessandro Benedetti riguarda la sua esperienza universitaria, dove la microeconomia descriveva l’essere umano come “pigro, egoista e interessato solo a se stesso”. Questo paradigma influenza profondamente le teorie e le politiche sviluppate in molti campi.
Riconsiderare le assunzioni di base
La domanda che emerge è: cosa accadrebbe se si immaginasse l’essere umano come capace di generosità e altruismo? Questo cambiamento di paradigma potrebbe rivoluzionare non solo la teoria economica, ma anche altri ambiti come le relazioni internazionali, l’architettura o l’agricoltura. L’istruzione dei giovani, in questo senso, deve stimolare un pensiero critico che metta in discussione le assunzioni tradizionali, aprendo la strada a nuove visioni di società basate su valori positivi e inclusivi.
Il valore del pensiero critico nell’educazione
Il pensiero critico diventa così uno strumento fondamentale per i giovani, che devono poter analizzare profondamente ciò che studiano e non accettare passivamente teorie o modelli che non riflettono una realtà più ampia e complessa. Questo approccio consente di sviluppare una capacità analitica e creativa, necessaria per affrontare le sfide contemporanee con soluzioni innovative e umane.
In questo contesto, l’istruzione dei giovani assume un ruolo trasformativo, capace di liberare energie e potenzialità spesso soffocate da paradigmi troppo rigidi o limitanti.
Come i giovani possono esercitare la loro agenzia
Nonostante il potenziale enorme, i giovani oggi si trovano a dover affrontare molteplici sfide che minano la loro capacità di agire efficacemente nella società. La pressione sociale, la cultura del consumo e la molteplicità di distrazioni rendono difficile mantenere una vera agenzia personale e collettiva.
Le sfide della società contemporanea
Viviamo in un mondo dove spesso i giovani sono spinti verso la passività e il consumo, piuttosto che verso l’impegno attivo e la responsabilità. Le sfide globali, come i cambiamenti climatici o le disuguaglianze sociali, possono generare un senso di paralisi e impotenza. Tuttavia, come sottolinea Rochelle Bayani, è possibile recuperare l’agenzia spezzettando le grandi problematiche in passi semplici e concreti, affrontabili a livello locale e comunitario.
Empowerment attraverso l’azione collettiva
Discutere con i coetanei e agire insieme su problemi specifici diventa un atto di potere e speranza. Questo processo di azione collettiva permette di trasformare la frustrazione in motivazione, e di costruire soluzioni che, pur partendo da piccoli passi, contribuiscono a cambiamenti più ampi. L’istruzione dei giovani, quindi, deve fornire gli strumenti per facilitare questo processo, incoraggiando la partecipazione attiva e consapevole.
In questo senso, l’educazione non è solo apprendimento teorico, ma un’esperienza di empowerment che prepara i giovani a essere protagonisti responsabili e creativi della loro realtà.

Due pagine dalla pubblicazione “A European Union Youth Strategy”, con riflessioni Bahá’í sull’educazione e il ruolo attivo dei giovani nella società.
Il potere della Comunità Internazionale Bahá’í nel raccontare storie di iniziative locali
Un aspetto particolarmente significativo è il ruolo della Comunità Internazionale Bahá’í nel dare voce alle esperienze e alle iniziative giovanili a livello globale, collegandole a questioni sociali più ampie. Attraverso la narrazione di queste storie, si crea un tessuto connettivo che valorizza l’impatto positivo delle azioni locali e stimola un dialogo internazionale.
Esempi concreti di iniziative giovanili
Un esempio emblematico è quello di un gruppo di giovani in Belgio che, sfruttando fondi comunali per progetti di servizio, ha creato un “brunch intergenerazionale”. Questo spazio di incontro periodico riunisce generazioni diverse per discutere temi sociali come la prevenzione del bullismo. La partecipazione attiva di giovani e genitori crea un momento di confronto e di costruzione condivisa di soluzioni, rafforzando i legami comunitari.
Il riconoscimento istituzionale e il cambiamento culturale
Questa iniziativa ha avuto un impatto tale che la municipalità ha invitato i giovani a presentare il loro lavoro, riconoscendo la loro capacità di contribuire concretamente alla società. Un partecipante ha confessato di aver perso la speranza nella società, ma di averla ritrovata ascoltando la chiarezza e la visione dei giovani coinvolti. Questo testimonia come l’istruzione dei giovani, unita a un riconoscimento sociale reale, possa generare un cambiamento profondo nella percezione e nella partecipazione.
Attraverso la diffusione di queste esperienze, la Comunità Internazionale Bahá’í contribuisce a creare un movimento globale di giovani protagonisti, rafforzando la consapevolezza che ogni azione, anche quella più piccola, ha un valore e può contribuire a costruire un futuro migliore.
Conclusione
L’istruzione giovani, intesa come formazione integrata, consapevole e orientata all’azione, è un elemento chiave per il progresso sociale e la costruzione di società pacifiche. Come emerge dalle riflessioni di Rochel Bayani e Alessandro Benedetti, riconoscere i giovani come protagonisti attivi e capaci di apportare contributi significativi è fondamentale per valorizzare il loro potenziale.
La società deve cambiare la propria percezione, passando da una visione passiva a una che vede nei giovani agenti di cambiamento. Parallelamente, i sistemi educativi devono fornire strumenti che integrino la dimensione spirituale, intellettuale e pratica, promuovendo un pensiero critico e una visione positiva dell’essere umano.
Infine, la narrazione e la condivisione delle esperienze locali, come quelle promosse dalla Comunità Internazionale Bahá’í, sono essenziali per ispirare e sostenere una nuova generazione di giovani che, con coraggio e determinazione, contribuiscono a trasformare le loro comunità e il mondo intero.