Nel panorama contemporaneo del sapere, il confronto tra scienza e religione è spesso visto come una contrapposizione netta e inconciliabile. Tuttavia, un approccio più integrato apre la strada a una comprensione più profonda della natura umana e del nostro potenziale evolutivo. In questo articolo, esploreremo il tema della neuroscienza e spiritualità bahá’í attraverso la riflessione di Tara Raam una neuroscienziata post-dottorato presso UCLA, che studia il controllo e la rappresentazione delle interazioni sociali nel cervello. La sua prospettiva unica ci guida in un viaggio che unisce la scienza moderna con una visione teleologica di matrice religiosa, offrendo spunti per interpretare i risultati neuroscientifici alla luce di un orizzonte spirituale più ampio.

 

Questo dialogo prende ispirazione da un articolo e da un discorso intitolato ‘Science and Religion in Dynamic Interplay‘ tenuto durante la conferenza online dell’Association for Bahá’í Studies nel 2021, in cui si affrontano le potenzialità di una relazione dinamica tra scienza e religione. Attraverso questa lente, la scienza non solo descrive il mondo naturale e il funzionamento del cervello, ma viene arricchita dalla religione che fornisce un contesto teleologico, cioè una spiegazione basata sul fine e sul significato ultimo dell’esistenza umana.

La neuroscienza e la prospettiva teleologica: definizioni e sfide

Per comprendere appieno il contributo della religione bahá’í alla neuroscienza, è fondamentale partire dalla definizione di un concetto chiave: la teleologia. La teleologia, termine che deriva dal greco “telos” (fine, scopo), si riferisce a un modo di spiegare i fenomeni attraverso il loro scopo o funzione piuttosto che attraverso le cause materiali o meccaniche che li producono.

Cos’è la teleologia?

La teleologia è una dottrina filosofica che sostiene che ogni cosa nell’universo ha un fine o uno scopo intrinseco. Nel contesto religioso, questo significa che la creazione e i processi naturali non sono casuali o privi di significato, ma sono diretti verso un obiettivo superiore stabilito da un Creatore. Nel pensiero Bahá’í, questa visione si traduce nell’idea che l’evoluzione biologica e la storia umana abbiano un fine preciso: il progresso spirituale e la realizzazione di una civiltà divina.

Tuttavia, la teleologia è spesso vista con sospetto dalla comunità scientifica, in particolare nelle scienze naturali come la biologia evolutiva e la neuroscienza. Questo perché la scienza tende a spiegare i fenomeni attraverso cause materiali e meccanismi naturali, evitando di attribuire loro uno scopo o un disegno intenzionale. L’idea di teleologia, infatti, apre automaticamente la domanda su chi sia il “progettista” e quale sia il “fine”, questioni che trascendono il metodo scientifico e si avvicinano alla metafisica e alla teologia.

Teleologia e scienza: un rapporto complesso

Nonostante questa diffidenza, l’autrice sostiene che la teleologia può essere uno strumento prezioso per interpretare i dati scientifici, specialmente nella neuroscienza. Questo perché la scienza, da sola, descrive soltanto come sono le cose in un dato momento, ma non risponde al “perché” ultimo della nostra esistenza o al “come dovremmo essere”. La teleologia, invece, introduce una prospettiva normativa e finalistica che può aiutare a contestualizzare i risultati scientifici e a orientare la ricerca verso una comprensione più completa dell’essere umano, che include sia la dimensione materiale che quella spirituale.

In particolare, la tradizione bahá’í propone due forme di teleologia rilevanti: la teleologia biologica e la teleologia storica. Questi due concetti rappresentano due livelli complementari di spiegazione del percorso umano, dalla sua origine biologica fino al suo sviluppo sociale e spirituale.

Schema illustrato sulla teleologia Bahá’í che bilancia evoluzione biologica (coscienza individuale) ed evoluzione sociale (coscienza collettiva), con icone e bilancia simbolica

Equilibrio tra teleologia biologica e storica: l’essere umano tra natura e civiltà.

Teleologia biologica e teleologia storica nella visione bahá’í

All’interno degli scritti bahá’í, la teleologia assume una forma ben definita che abbraccia sia l’evoluzione biologica sia l’evoluzione sociale e spirituale dell’umanità. Questi due livelli di teleologia offrono una cornice interpretativa che aiuta a comprendere il ruolo del cervello e della mente nel contesto più ampio della crescita umana.

Teleologia biologica: l’evoluzione con uno scopo

La teleologia biologica si riferisce all’idea che l’evoluzione biologica non sia un processo casuale o privo di significato, ma che abbia come scopo finale l’emergere dell’uomo e del suo spirito. Secondo questa visione, Dio ha creato l’evoluzione come un processo progressivo che porta alla formazione di esseri umani dotati di capacità spirituali e morali uniche. Questo implica che l’evoluzione è direzionata verso un fine preciso, ovvero lo sviluppo della coscienza e della spiritualità umana.

Questa prospettiva, sebbene non condivisa dalla maggior parte della comunità scientifica moderna, offre una chiave di lettura che integra la scienza con una visione religiosa del mondo, suggerendo che la vita e la coscienza non sono semplicemente il risultato di meccanismi casuali, ma che sono parte di un disegno più ampio e significativo.

Teleologia storica: il progresso sociale e spirituale dell’umanità

La teleologia storica si occupa invece dell’evoluzione della società e della cultura umana. Non si limita a descrivere i cambiamenti storici come eventi casuali o accidentali, ma li interpreta come tappe di un processo progressivo che conduce all’instaurazione di una civiltà divina, in cui valori spirituali e giustizia sociale prevalgono.

Secondo questa visione, l’umanità si muove attraverso fasi successive di sviluppo sociale e culturale, ognuna delle quali contribuisce a preparare il terreno per la realizzazione di un mondo più giusto, unito e spiritualmente maturo. Questa prospettiva teleologica implica che la storia ha un senso e una direzione, e che il nostro impegno attuale nella costruzione di una società migliore è parte di questo cammino evolutivo.

Interpretare i risultati neuroscientifici attraverso la lente della teleologia bahá’í

Un aspetto centrale di questo approccio è il modo in cui possiamo leggere i risultati neuroscientifici alla luce di una prospettiva teleologica, evitando interpretazioni riduzioniste e deterministe che rischiano di confinare l’essere umano a un destino biologico immutabile.

Esempi di studi neuroscientifici e le loro interpretazioni comuni

Negli ultimi anni, numerosi studi hanno cercato di identificare correlazioni tra il funzionamento del cervello e i comportamenti umani. Alcuni titoli di articoli scientifici sono emblematici di un certo modo di interpretare questi dati:

  • “Nel cervello, l’amore romantico è fondamentalmente una dipendenza”: uno studio ha mostrato che le aree cerebrali attive durante l’innamoramento coincidono con quelle legate alla dipendenza da sostanze come la cocaina.
  • “Il cervello degli adolescenti e il comportamento ribelle”: ricerche hanno evidenziato pattern di attività cerebrale associati alla ribellione tipica dell’adolescenza.
  • “Bias impliciti e divisioni sociali nel cervello”: studi sul modo in cui il cervello rappresenta i gruppi sociali hanno messo in luce meccanismi neurologici alla base di pregiudizi e discriminazioni.

Questi risultati vengono spesso interpretati come prove che certi comportamenti siano “hardwired”, cioè radicati biologicamente e quindi inevitabili o immutabili. Si pensa, ad esempio, che l’amore sia una forma di dipendenza chimica, che gli adolescenti siano biologicamente predisposti alla ribellione, e che il pregiudizio sia una caratteristica intrinseca della mente umana.

Grafico che mostra tre interpretazioni neuroscientifiche del comportamento umano: amore romantico come dipendenza, ribellione adolescenziale e pregiudizio implicito

Tre esempi di letture neuroscientifiche comuni, rilette alla luce della spiritualità bahá’í

Un’alternativa interpretativa: il potenziale umano oltre il dato attuale

La prospettiva bahá’í invita a guardare oltre queste interpretazioni limitanti. I dati neuroscientifici descrivono soltanto come il cervello si comporta in un determinato contesto storico e culturale, ma non definiscono la natura ultima dell’essere umano né i suoi limiti.

Ad esempio, la ribellione adolescenziale non deve essere vista come un destino biologico immutabile, ma come il risultato di una società e di una cultura che non riescono a valorizzare appieno le potenzialità dei giovani. La guida della Casa Universale di Giustizia sottolinea come, contrariamente all’immagine negativa spesso proiettata sui giovani, essi possiedano un grande senso di altruismo, giustizia e desiderio di contribuire positivamente al mondo.

Questo significa che i comportamenti osservati oggi sono espressione di uno stato temporaneo e contingente, non di una natura fissa. Il cervello è plastico, capace di cambiare e adattarsi in risposta all’ambiente e alle esperienze. Se la società evolve e crea condizioni che permettono ai giovani di esprimere le loro qualità migliori, allora anche le correlazioni neurali cambieranno, riflettendo una nuova realtà comportamentale.

Il ruolo della scienza e della religione nella comprensione della natura umana

Un punto cruciale di questa riflessione è la distinzione tra ciò che la scienza può descrivere e ciò che la religione può indicare come scopo e valore.

La scienza come descrizione progressiva della realtà

La scienza è uno strumento potente per comprendere il mondo naturale, ma i suoi risultati sono sempre parziali e temporanei. Ogni scoperta rappresenta uno “snapshot” della realtà in un momento specifico, che può essere rivisto e ampliato con nuove evidenze. Questo è particolarmente vero nelle neuroscienze, dove la complessità del cervello e la variabilità dell’esperienza umana rendono difficile formulare leggi universali immutabili.

Inoltre, la scienza fornisce descrizioni di come le cose sono, ma non prescrive come dovrebbero essere. Non può stabilire norme morali o indicare il senso ultimo della vita umana. In questo senso, la scienza è un racconto descrittivo, non un codice etico o un progetto esistenziale.

La religione come guida normativa e teleologica

La religione, e in particolare la spiritualità bahá’í, offre invece una prospettiva normativa che indica come gli esseri umani dovrebbero vivere e quali potenzialità dovrebbero aspirare a realizzare. Essa propone che la trasformazione spirituale e sociale sia possibile e auspicabile, e che questa trasformazione modifichi anche la realtà biologica e comportamentale.

In questo modo, la religione coltiva la scienza, fornendo un quadro di senso e di scopo che orienta la ricerca e l’interpretazione dei dati scientifici. La visione teleologica bahá’í invita a non fossilizzarsi su una visione deterministica del cervello, ma a riconoscere la possibilità di un’evoluzione continua e positiva dell’essere umano, che abbraccia sia la dimensione materiale che quella spirituale.

Infografica con tre rami colorati che rappresentano plasticità cerebrale, crescita spirituale e civiltà divina, simbolizzando l’interconnessione tra neuroscienza e spiritualità Bahá’í

Tre direzioni interconnesse: cervello plastico, anima in crescita, umanità in evoluzione

Verso una nuova comprensione integrata di neuroscienza e spiritualità bahá’í

Alla luce di quanto esposto, è possibile immaginare un futuro in cui la neuroscienza e spiritualità bahá’í si intrecciano in un dialogo fruttuoso, capace di illuminare nuovi sentieri per la crescita individuale e collettiva.

Plasticità cerebrale e potenzialità umane

Uno degli aspetti più entusiasmanti delle neuroscienze moderne è la scoperta della plasticità cerebrale, cioè la capacità del cervello di modificarsi in risposta all’esperienza e all’ambiente. Questo significa che non siamo prigionieri di un destino biologico immutabile, ma possiamo cambiare e sviluppare nuove capacità.

La spiritualità bahá’í incoraggia proprio questo processo di trasformazione, proponendo che l’educazione, la meditazione, l’impegno sociale e la crescita morale possano influenzare profondamente la struttura e il funzionamento del cervello. In questo senso, la scienza e la religione si completano, la prima descrivendo i meccanismi, la seconda indicando gli obiettivi e i valori.

Una civiltà divina come meta evolutiva

La teleologia storica bahá’í ci invita a vedere la storia umana come un cammino verso la realizzazione di una civiltà divina, caratterizzata da giustizia, unità e pace. Questo processo implica che i comportamenti attuali, anche quelli problematici, non siano fissi ma transitori, destinati a trasformarsi man mano che l’umanità cresce spiritualmente.

In termini neuroscientifici, questo significa che la configurazione neurale che osserviamo oggi nei giovani o nelle dinamiche sociali riflette uno stato provvisorio, che si evolverà in nuove forme mentali e comportamentali in un futuro più maturo. La sfida è quindi culturale e spirituale, e richiede un impegno collettivo per costruire ambienti che favoriscano lo sviluppo delle migliori qualità umane.

Conclusioni: un invito a un dialogo aperto e costruttivo

La riflessione sulla neuroscienza e spiritualità bahá’í ci invita a superare dicotomie e pregiudizi, aprendo a una visione integrata che valorizza sia la conoscenza scientifica che la saggezza spirituale. La scienza ci offre strumenti e dati preziosi per comprendere il funzionamento del cervello e dei comportamenti umani, ma da sola non può dirci chi siamo realmente né quale sia il nostro destino più alto.

La religione bahá’í, con la sua prospettiva teleologica, ci guida a vedere l’essere umano come un’entità in evoluzione continua, dotata di un potenziale immenso che può essere realizzato attraverso la trasformazione spirituale e sociale. Questo punto di vista ci aiuta a interpretare i risultati neuroscientifici come momenti di un processo più ampio, piuttosto che come condanne biologiche o destini immutabili.

Incoraggiamo quindi un dialogo dinamico e rispettoso tra scienza e religione, che non cerca di ridurre l’una all’altra ma di farle collaborare per una comprensione più ricca e completa dell’essere umano. Solo così potremo affrontare le sfide del nostro tempo con saggezza, equilibrio e speranza.