L’articolo evidenzia il ruolo cruciale dei valori e dell’etica nello sviluppo tecnologico, esplorato alla luce della prospettiva bahá’í. Secondo questa visione, la tecnologia non è un semplice strumento neutrale, ma un prodotto sociale influenzato da contesti culturali, politici ed etici.
Il documento sottolinea l’importanza di integrare valori come la giustizia, l’uguaglianza e la responsabilità nello sviluppo tecnologico, per garantire che il progresso non sia guidato unicamente da interessi materialistici e non conduca a un aumento delle disuguaglianze e dei problemi sociali.
Il punto di vista bahá’í invita a una riflessione profonda sulle implicazioni etiche della tecnologia, promuovendo una prospettiva che considera la civiltà umana come un’impresa spirituale in cui scienza e religione sono complementari per affrontare le sfide contemporanee e costruire una società più giusta e armoniosa.
L’impatto della tecnologia sullo sviluppo delle civiltà
Il Ruolo dei Valori nella Tecnologia
Nello sviluppo della civiltà umana l’innovazione tecnologica ha sempre rappresentato una fonte di significativi progressi, liberando gradualmente l’uomo dalla fatica e permettendogli di superare numerosi ostacoli del mondo naturale, contribuendo ad ampliare la sua visione e ad incrementare le potenzialità umane. Riconoscendo il potere della tecnologia nel modellare una realtà complessa e interconnessa, è fondamentale intraprendere un’analisi franca e onesta sui valori e assunzioni che stanno alla base della creazione e dell’uso di questi sistemi su larga scala.
Oggi l’impiego delle tecnologie è fortemente influenzato da principi materialistici, sostenendo che il possesso di beni possa condurre a livelli superiori di benessere, senza tener conto delle implicazioni sociali, etiche e persino spirituali.
In realtà, in assenza di una comprensione consapevole delle necessità e delle aspirazioni degli utenti, l’uso inconscio di questi sistemi tecnologici potrebbe apportare all’intera società grandi benefici, oppure aggravare le disuguaglianze già esistenti, penalizzando ampie fasce della popolazione mondiale.
La tecnologia non è un mero strumento, ma un prodotto sociale influenzato da contesti culturali e politici. Essa non è neutrale e le scelte che si fanno riflettono relazioni di potere, spesso in contrasto con i nostri valori, scopi e ideali essenziali, secondo una logica non disinteressata alla qualità e al significato della vita.
La tecnologia, vista generalmente come uno strumento per migliorare la condizione umana, rischia di trasformare le persone in soggetti passivi, riducendo la loro capacità di agire in modo autonomo. Internet ne è un caso emblematico, in quanto ha sì rivoluzionato la comunicazione, ma ha anche amplificato fenomeni negativi come la disinformazione e la manipolazione della realtà.
Finora, il legame tra valori e sviluppo tecnologico non è stato adeguatamente esplorato, sottovalutando il loro impatto sulle necessità individuali e collettive. Ecco dunque l’opportunità di parlare di etica, ove con questo termine si intende lo studio delle condizioni che permettono di distinguere i comportamenti umani tra quelli considerati buoni, giusti e leciti e quelli ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi, secondo un ideale modello comportamentale ispirato a principi universali.
L’etica ha un ruolo cruciale nel guidare il comportamento umano, facilitando lo sviluppo di relazioni sociali più giuste e responsabili. Pertanto la diffusione di valori come l’uguaglianza, la trasparenza e la responsabilità sono fondamentali per affrontare le sfide contemporanee e costruire una società più equa e coesa
Il peso di una civiltà materialista
Nella cultura occidentale. le influenze devastanti del materialismo, del relativismo morale, dell’individualismo esasperato colpiscono la società e sono ora amplificati dagli strumenti online, fino ad assumere forme nuove e nefaste. Indubbiamente la violazione dei Diritti Umani, la discriminazione verso le donne, lo sfruttamento dei popoli e dei minori, la fame nel mondo, l’intolleranza religiosa, la violenza e la tortura, sono la parte più oscura della nostra civiltà.Il progressivo indebolimento dei legami comunitari rappresenta una delle caratteristiche salienti della nostra epoca. Riflettere su come affrontare la disgregazione sociale implica dover riscoprire il legame tra crescita personale e sviluppo comunitario, consapevoli che una comunità è ben di più della somma di individui, ma anche una nozione che evoca accoglienza, cooperazione, solidarietà.
La comunità è il modello più elevato del vivere insieme, conferisce dignità e diritti alla persona, ponendola al centro dell’interesse pubblico, indipendentemente da ogni discriminante e rappresenta il terreno ideale per la crescita della persona, creando un circolo virtuoso che va dall’individuo alla società e viceversa. È su questi presupposti che si è formata e fiorita la civiltà umana, liberando le migliori energie e potenzialità dell’uomo nei campi delle arti, dell’intelletto, delle scoperte scientifiche, delle grandi conquiste, del diritto, della giustizia e della pace.
Disagio giovanile e tecnologie digitali
Le tecnologie digitali, ed in particolare l’intelligenza artificiale, stanno esercitando un’influenza notevole anche sui giovani, portando con sé sia potenziali vantaggi che minacce per il loro benessere psicologico e sociale, ormai di dimensione allarmante.
Diverse sono le motivazioni del disagio, associate direttamente all’impatto dell’IA, quali: furto d’identità e privacy, impatto sulla salute mentale, diffusione di pregiudizi e stereotipi, cyberbullismo, messaggi commerciali invasivi, sostituzione di posti di lavoro. Altre ragioni di possibile disorientamento derivano da una sorta di attrazione legata alla straordinaria potenza e innovazione dei nuovi sistemi digitali, tra cui: gratificazione immediata, relazioni virtuali e realtà alternativa.
La capacità di scelta dei giovani è ostacolata da difficoltà legate alla condizione di precarietà: la fatica a trovare lavoro e sodisfare le proprie legittime aspirazioni; gli ostacoli nel costruirsi un’autonomia economica; l’impossibilità di stabilizzare il proprio percorso professionale. Per le giovani donne questi ostacoli sono normalmente ancora più ardui da superare.
Per affrontare i rischi potenziali per il loro benessere psicologico e sociale è essenziale un’adeguata educazione ed è auspicabile che la formazione sull’uso dell’IA vada oltre la semplice tecnologia, preparando i giovani a comprendere le implicazioni etiche delle loro azioni e promuovere una maggiore consapevolezza dei rischi e delle opportunità, sviluppando competenze critiche per navigare nel mondo digitale in modo autonomo, sicuro e costruttivo.
Benefici e rischi dell’intelligenza artificiale
Quando la tecnologia non è finalizzata specificamente per il benessere umano, ma è guidata da rigidi interessi di profitto, può portare allo sfruttamento dei lavoratori e delle risorse naturali, aumentare le disuguaglianze a svantaggio dei più vulnerabili ed emarginati.
L’Intelligenza Artificiale presenta numerosi vantaggi ed offre grandi opportunità, permettendo lo sviluppo di una nuova generazione di prodotti e servizi in settori come agricoltura, sanità, moda e turismo, tuttavia presenta anche rischi come la disoccupazione di massa, la violazione della privacy e la diffusione di fake news.
In un mondo complesso e interconnesso, la rivoluzione digitale genera incertezze sul ruolo centrale dell’uomo e rischia di annullare il confine tra uomo e macchina, con l’errata convinzione che le macchine possano sostituire le capacità umane.
La sfida fondamentale del secolo è dunque di natura etica, il mettere le persone al centro del progresso e valutare criticamente ciò che può danneggiare l’essere umano in relazione al suo rapporto con la realtà, in tutte le sue sfaccettature. Di conseguenza, il vero problema non risiede nella tecnologia in sé, ma in ciò che essa ci invita a esplorare riguardo alla nostra realtà e a noi stessi. E’ quindi essenziale avere la capacità di conoscere, gestire e regolamentare strumenti che, se utilizzati in modo inadeguato, possono portare a scenari indesiderati e dannosi.
Il problema centrale rimane sempre l’essere umano, con le sue scelte e la sua visione della realtà.
Una nuova era per l’umanità: Tecnologia, Giustizia e Unità nella Visione Bahá’í
L’Umanità in Transizione
Secondo la visione bahá’í, l’umanità attraversa oggi, nel suo percorso storico-evolutivo, un periodo di transizione senza precedente. Dopo aver vissuto fasi evolutive simili all’infanzia e alla giovinezza, ci troviamo ora in una tumultuosa adolescenza che si approssima alla maturità, a seguito della quale saranno messe in moto quelle forze sociali costruttive che, accordandosi con la natura umana, promuoveranno armonia e cooperazione, invece che guerre e conflitti.
La civiltà come impresa spirituale
La Fede bahá’í non condivide l’idea prevalente che ispira l’Occidente illuminista, povera di valori etici, convinta che la sola razionalità possa garantire il mantenimento dell’ordine sociale e dichiara superflua la necessità della religione come guida nella vita degli esseri umani.
Mentre il disconoscimento della natura spirituale dell’uomo e dell’autorità dei valori morali sono la causa di molte contraddizioni e delle sofferenze per i più deboli e svantaggiati, una concezione spirituale della realtà suggerisce un’idea dell’uomo più ampia rispetto alla visione materialistica, ancorata all’idea che l’uomo sia semplicemente un animale intelligente e dunque soltanto corpo e mente.
Al contrario, la Fede bahá’í ritiene invece che la felicità, la sicurezza e il benessere dell’uomo, la coesione sociale e la giustizia economica non siano semplici sottoprodotti del successo materiale, ma che gli stessi scaturiscano da una complessa interazione fra la soddisfazione di bisogni materiali e sociali e la realizzazione spirituale dell’individuo.
Per questa ragione, i concetti stessi di progresso e prosperità del genere umano non possono essere associati all’idea prevalente indirizzata al benessere economico, al prestigio sociale, alla conquista di ricchezza e beni materiali. La civiltà è vista dunque come un’impresa spirituale in continua evoluzione, in cui la tecnologia può giocare un ruolo fondamentale.
In un’ottica più ampia, nella visione bahá’í si afferma inoltre la necessità dell’integrazione tra scienza e religione, considerate fonti complementari di conoscenza per affrontare le sfide emergenti secondo nuovi standard morali. In questa ottica, la Bahá’í International Community, Organizzazione non governativa accreditata all’ONU, dichiara:
Il cuore del messaggio di Bahá’u’lláh è l’affermazione che la realtà è di natura essenzialmente spirituale e la descrizione delle leggi che ne governano il funzionamento.
Esso non solo vede l’individuo come un essere spirituale, un'”anima razionale”, ma afferma che anche quella grande impresa che chiamiamo civiltà è di per sé un processo spirituale, nel quale la mente e il cuore dell’uomo hanno creato mezzi sempre più complessi ed efficienti per esprimere le proprie intrinseche capacità morali e intellettuali.”
Unità e Giustizia come Pilastri Fondamentali
Unità del genere umano
Il principio cardine della visione bahá’í è l’unità del genere umano, intesa non come uniformità ma come armonia nella diversità. L’umanità è percepita come un organismo unitario che si evolve verso l’unificazione planetaria, formando un ordine sociale globale che segnerà la sua maggiore età, nella consapevolezza che, come affermato da Bahá’u’lláh:
La terra è un solo paese e l’umanità i suoi cittadini
L’uomo non può vivere isolato dalla società, né da solo sarà mai in grado di soddisfare tutte le esigenze della vita e avrà sempre bisogno di soddisfare la dimensione relazionale e quindi di cooperazione. Grazie al legame di reciprocità tra individuo e società, è necessaria una trasformazione simultanea nella coscienza umana e nella struttura delle istituzioni sociali, con l’obiettivo di creare solide e durature fondamenta per una civiltà mondiale
Il principio dell’unità dell’umanità, non solo promuove una nuova consapevolezza individuale, ma richiede anche l’impegno verso l’unità politica delle nazioni. Questa si concretizzerà infine nella creazione di un Governo mondiale e di una civiltà globale.
Dichiara il Centro Mondiale bahá’í
La questione principale che bisogna risolvere è come il mondo attuale, con la sua radicata consuetudine al conflitto, possa mutarsi in un mondo in cui prevalgano l’armonia e la cooperazione
E’ chiaro che un tale quadro concettuale possa scongiurare forme di discriminazione e favorire l’instaurarsi di condizioni di inclusione e partecipazione allargata nei processi decisionali, in particolare nel sancire regole e provvedimenti atti a contrastare i rischi di uno scorretto impiego delle tecnologie digitali.
Una partecipazione allargata: il ruolo della consultazione
Le tecnologie digitali presentano un grande potenziale per accelerare il cambiamento sociale e promuovere uno sviluppo sostenibile, tuttavia, è fondamentale che questo potenziale venga sfruttato in modo responsabile e inclusivo. Una trasformazione sociale verso un futuro fondato su equità e giustizia richiede che ogni persona possa accedere alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, tenendo conto delle proprie necessità e del proprio patrimonio culturale e storico.
Per passare da un approccio passivo della tecnologia a uno più costruttivo, è cruciale creare spazi di riflessione a tutti i livelli della società, in particolare coinvolgendo le comunità nelle decisioni relative allo sviluppo e all’uso delle tecnologie.
I potenziali utilizzatori delle innovazioni tecnologie, spesso considerati semplici destinatari di prodotti creati altrove, devono essere coinvolti attivamente nel processo collettivo di definizione delle priorità e nella valutazione degli impatti nell’ambito del loro contesto sociale.
La consultazione riveste un ruolo cruciale nel riformulare il sistema delle relazioni umane. Essa si propone di cercare la verità, allontanandosi dal compromesso e dal negoziato, che sono pratiche comuni nella cultura occidentale, basata su un modello competitivo, di protesta e opposizione.
Un documento presentato dalla Bahá’í International Community (BIC), tratta le sfide e le opportunità legate all’uso delle tecnologie digitali in un contesto di transizione sociale, sottolineando la necessità di utilizzarle per promuovere una transizione coerente con l’innata nobiltà dell’essere umano. Il documento afferma:
Quando tutti i membri della società possono contribuire attivamente al miglioramento del mondo, si possono realizzare aspirazioni più elevate per il futuro. La vera prosperità si ottiene quando l’innovazione è allineata con valori umani nobili e non è guidata solo da considerazioni materialistiche
Un nuovo paradigma: il principio di giustizia per una “governance mondiale”
Per instaurare un ambiente di dialogo è fondamentale richiamare quella forza unica in grado di trasformare la consapevolezza dell’unità emergente del genere umano in una volontà collettiva: la giustizia. Essa offre la fiducia necessaria per costruire le strutture di governo di una comunità globale e sempre più spesso i suoi standard dovranno diventare il criterio di valutazione delle proposte destinate allo sviluppo del pianeta.
Afferma Bahá’u’lláh nella Parole Celate:
Ai Miei occhi la più diletta di tutte le cose è la Giustizia; non allontanartene se desideri Me, e non trascurarla acciocché Io possa aver fiducia in te. Con il suo aiuto ti sarà possibile discernere coi tuoi occhi e non con gli occhi degli altri, e apprendere per cognizione tua e non con quella del tuo vicino
Nella visione bahá’í l’idea di giustizia va oltre il semplice concetto di responsabilità e punizione per gli errori commessi; un nuovo paradigma intende invece abbracciare la riconciliazione, la riabilitazione e la prevenzione. Essa rappresenta il principio fondamentale per creare le condizioni in cui ogni individuo possa trovare le condizioni e le opportunità per realizzarsi, vivere con dignità e rispetto, indipendentemente dalle proprie circostanze, assicurando che i benefici dello sviluppo siano distribuiti equamente e che nessuno venga escluso.
La giustizia rappresenta la manifestazione tangibile dello stretto legame tra gli interessi individuali e quelli collettivi ed il suo rispetto assicura che il benessere della comunità e del pianeta non venga compromesso in favore di alcune minoranze privilegiate che hanno accesso alle conquiste tecnologiche moderne. Un clima di giustizia ed equità è fondamentale per coinvolgere le masse nella realizzazione di piani di sviluppo mirati a soddisfare i loro bisogni. Allo stesso modo, la giustizia garantisce che le risorse limitate siano destinate a progetti fondamentali che rispondano alle priorità sociali ed economiche della comunità.
Per raggiungere un obiettivo tanto ambizioso, l’educazione rappresenta la chiave per aspirare a un futuro migliore. Insegnando ai giovani i principi di empatia, compassione e giustizia sociale, possiamo formare una nuova generazione di leader in grado di costruire un mondo migliore, a misura d’uomo.
Conclusione
La nostra attuale percezione di ciò che è naturale e giusto nelle relazioni tra gli individui, la società e le sue istituzioni, riflette il grado di maturità che l’umanità ha raggiunto nei suoi precedenti stadi di sviluppo.
La visione bahá’í, con la sua enfasi sull’unità, la giustizia e la consultazione, fornisce un quadro di riferimento etico per guidare l’innovazione verso un progresso autenticamente umano. Questo comporterà anche significativi cambiamenti nel ruolo delle istituzioni e degli organismi incaricati di regolare le questioni umane, così come nella salvaguardia dell’ambiente e nel soddisfacimento dei bisogni di sviluppo di tutti i popoli.
La sfida consiste nel tradurre questi principi in azioni concrete, promuovendo un cambiamento sia individuale che collettivo che conduca a una nuova era di pace e prosperità per l’intera umanità.