In vista della giornata della donna, le Sir in collaborazione con Amici Scuole in Rete, APS Gianni Ballerio ETS, e la Commissione e l’Assessorato Pari Opportunità del Comune di Belluno, organizzano il 23 febbraio 2024 presso la sala del Teatro del Centro Giovanni XXIII un doppio incontro con la scrittrice e poetessa Dacia Maraini dal titolo: Riflessioni sulla situazione e il destino della donna nel mondo… Nel nome di Ipazia.

La Voce di Dacia Maraini

Dacia Maraini, editorialista del Corriere della Sera, è autrice di romanzi, opere teatrali, poesie e saggi, tradotti in oltre 20 paesi. Nel 1990 ha vinto il premio Campiello con “La lunga vita di Marianna Ucria” e nel 1999 il premio Strega con “Buio”. Nel 2023 ha pubblicato “In nome di Ipazia. Riflessioni sul destino femminile”, tramite il quale dà voce alle donne senza nome di ogni paese, in lotta per la dignità.

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La Voce Audace di Dacia Maraini

Dacia Maraini è una rinomata scrittrice, poetessa e drammaturga italiana, nata il 13 novembre 1936 a Fiesole, in Toscana. Cresciuta in una famiglia aristocratica, ha trascorso parte della sua giovinezza in Giappone, esperienza che ha profondamente influenzato la sua sensibilità artistica e il suo impegno sociale.

Sin dai suoi esordi letterari negli anni ’60, Maraini si è distinta per la sua voce audace e impegnata, dando voce alle tematiche femminili e ai problemi sociali del suo tempo. Tra le sue opere più celebri si annoverano “La lunga vita di Marianna Ucria”, vincitrice del Premio Campiello nel 1990, e “Buio”, che le ha conferito il Premio Strega nel 1999.

Oltre alla sua attività di scrittrice, Dacia Maraini ha dedicato una parte significativa della sua vita al volontariato e all’impegno civile. Ha partecipato attivamente a varie iniziative per la difesa dei diritti delle donne, contribuendo a promuovere la parità di genere e la lotta contro la violenza domestica.

Inoltre, Maraini ha collaborato con numerose organizzazioni non governative e associazioni umanitarie, offrendo il suo sostegno a progetti di solidarietà e sviluppo sociale. Il suo impegno nel settore civile e del volontariato ha contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica su questioni importanti legate alla giustizia sociale e alla dignità umana.

Per il suo straordinario contributo alla letteratura e al sociale, Dacia Maraini è stata insignita di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Formentor nel 1970 e il Premio Internazionale Mondello nel 2001. Nel 2017, è stata nominata Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il suo eccezionale impegno culturale e civile.

Trasmissione e Disponibilità

La conferenza è stata trasmessa in streaming e la registrazione è disponibile su YouTube.

 

La Voce di Mahvash Sabet

Posso leggere una lettera di Mahvash Sabet dalla prigione di Evin in Tehran, Iran. Questa donna è parte di una minoranza religiosa nata nel 1850 ed è stata perseguitata in modo molto pacifico. Nonostante sia nata all’interno dell’Islam, la sua fede prevede una fratellanza tra gli uomini e un’unità delle religioni. Mahvash Sabet è stata incarcerata per la seconda volta, con altri 10 anni di prigione, solo per aver fatto volontariato all’interno della sua associazione.

libro poesie dalla prigione mahvash sabet

La testimonianza di Mahvash Sabet

Nella lettera, Mahvash Sabet racconta della perdita del lavoro e degli studi universitari da parte sua e dei suoi familiari e amici, che sono stati gradualmente colpiti dalla disoccupazione dopo la rivoluzione. Centinaia di persone furono arrestate e imprigionate, e molti furono giustiziati solo per essere parte della minoranza religiosa. La comunità di Mahvash Sabet ha subito la confisca dei beni e delle proprietà dei suoi membri.

Dopo essere stata arrestata, Mahvash Sabet ha trascorso 2 anni e mezzo in cella di sicurezza prima dei processi. Lei e altri membri del suo gruppo sono stati condannati a 20 anni di reclusione per il loro servizio volontario nell’amministrazione della comunità, ridotti successivamente a 10 anni.

La Chiamata alla Memoria

Mahvash Sabet racconta anche di come il suo arresto sia stato giustificato con l’accusa di appartenenza a una setta deviante e di minacciare la sicurezza del paese. Lei sfida i giudici dicendo che avrebbe accettato il giudizio se avessero trovato prove, ma le accuse sono rimaste infondate.

Conclusione

Nella sua conclusione, Mahvash Sabet esorta i connazionali a non dimenticare la loro storia e a ascoltare le storie direttamente dalle persone coinvolte. La sua lettera è una testimonianza delle tragedie vissute da molte donne in nome della loro fede.